Autismo – Disegno migliora con terapia relazionale
“Lo studio, pubblicato sul Journal of Psychology & Psychotherapy, dimostrerebbe come il disegno sia uno strumento comunicativo influenzato dall’inibizione emotiva e da non valutare solo con parametri cognitivi: “Avevamo una bambina che faceva dei disegni splendidi, ma erano sempre gli stessi. E il disegno stereotipato non è comunicativo”, spiega Magda Di Renzo, responsabile del servizio terapie del Centro
Nell’autismo esiste un legame significativo tra il disegno e il livello di sintomatologia, in particolare nella componente Affetto-Sociale indagata dall’Ados-2 (il gold test che misura la gravità del disturbo). Lo dimostra una ricerca dell’Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), che ha analizzato le produzioni grafiche di 84 minori con autismo dai 2 ai 15 anni, in cui emerge che il ritardo nel disegno è fortemente influenzato da un’inibizione emotiva oltre che intellettiva, proprio perché si tratta di uno strumento comunicativo.
Lo studio, dal titolo ‘Il processo grafico del bambino autistico in correlazione con alcuni indici di sviluppo’ , è stato pubblicato sul Journal of Psychology & Psychotherapy.
“In età evolutiva, la rappresentazione grafica costituisce uno dei migliori strumenti per oggettivare il livello di maturazione raggiunto dal bambino in ambito psicomotorio, cognitivo ed emotivo e, nello stesso tempo, si pone come uno strumento prezioso di comunicazione sia in ambito educativo che terapeutico. Di un’immagine grafica o di qualunque segno grafico lasciato – si legge nell’articolo – si possono analizzare molti elementi che conducono alla soggettività e al mondo interno dell’individuo che lo ha realizzato, come si evince dai test grafici elaborati nell’ambito della psicodiagnosi. L’attività del disegnare costituisce, infatti, per il bambino un’esperienza unica di rappresentazione di sé e del mondo e uno dei principali canali espressivi della propria condizione psicofisica e mentale”…”
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Fonte: “Autismo. Ricerca IdO su 84 bambini: il disegno migliora con terapia relazionale”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=51272