Lupus eritematoso sistemico – Per le manifestazioni neuropsichiatriche risulta promettente rituximab
“I pazienti con manifestazioni neuropsichiatriche da lupus eritematoso sistemico (NPSLE) sembrano beneficiare della terapia con rituximab, secondo i dati del British Isles Lupus Assessment Group Biologics Register (BILAG-BR), riportati alla riunione annuale 2021 della British Society for Rheumatology (BSR)
In effetti, la percentuale di pazienti con malattia attiva, in base ai punteggi dell’indice BILAG-2004 o SLEDAI-2K (SLE Disease Activity Index 2000), appare diminuita significativamente (P < 0,0001) quando si confrontano i punteggi del trattamento pre e post-rituximab. Si è inoltre rilevata una riduzione della dose di steroidi orali utilizzati.
È interessante notare che l’uso concomitante di ciclofosfamide potrebbe amplificare il livello di miglioramento visto in alcuni pazienti, ha riferito Trixy David, ricercatore clinico presso l’Università di Manchester (Inghilterra) e specialista in reumatologia presso il Manchester University National Health Service Foundation Trust.
«Per stabilire l’efficacia di rituximab da solo o in combinazione con la ciclofosfamide nel trattamento del lupus neuropsichiatrico sono giustificati studi su larga scala» ha aggiunto.
Il razionale dell’uso dell’anticorpo monoclonale nel NPSLE
La gestione dei pazienti con NPSLE rimane un’area di sostanziale “unmet need”. Secondo una recente revisione (Govoni M, Hanly JG. Rheumatology 2020) «c’è una carenza di studi clinici controllati per guidare la gestione» e «le opzioni terapeutiche includono agenti sintomatici, antitrombotici e immunosoppressivi supportati da studi osservazionali di coorte»…”
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Fonte: “Manifestazioni neuropsichiatriche nel lupus eritematoso sistemico, miglioramenti rilevati con l’uso di rituximab”, PHARMASTAR