Prostatite e antibiotico-resistenza, aiuto dai probiotici aggiunti alla terapia delle forme acute che si basa sull’uso di antibiotici ad ampio spettro
“Roma
È una delle più comuni, e sottovalutate, patologie urologiche, colpisce circa 6 milioni di italiani e si manifesta con disturbi ad urinare o riferiti all’apparato sessuale. Nel corso della vita ne soffre quasi un uomo su due, fra i 18 e i 50 anni: di solito si risolve senza strascichi ma alcune forme croniche possono essere molto fastidiose. È la prostatite, un’infiammazione acuta o cronica della prostata causata nella maggior parte dei casi da batteri intestinali, come Escherichia coli, che giungono alla prostata in seguito alla contaminazione fecale delle vie urinarie inferiori. Questo tipo di contaminazione può essere favorita da rapporti sessuali non protetti.
La terapia delle forme acute si basa sull’uso di antibiotici ad ampio spettro perché, vista la gravità dei sintomi (con febbre che può raggiungere i 40° C), bisogna intervenire subito. Ma un uso prolungato e ripetuto di antibiotici, utilizzati per eliminare il batterio che ha causato l’infiammazione, può creare un problema di antibiotico resistenza. Da qui l’idea di alcuni medici di trattare i pazienti con i probiotici, in particolare utilizzando il lattobacillo Casei DG.
“La prostatite è una delle più comuni cause di visita dall’urologo – afferma Tommaso Cai, urologo dell’ospedale regionale Santa Chiara di Trento – basti pensare che il 13% delle visite urologiche ha come problematica un soggetto con sintomi che possono essere riferiti alla prostatite, un disturbo che interessa sempre più i giovani in età produttiva”.
Non solo, l’impatto della malattia sulla loro qualità della vita può essere considerevole: minzione frequente, anche la notte, sensazione di incompleto svuotamento vescicale, bruciore, fastidio inguinale, calo del desiderio sessuale, deficit dell’erezione, eiaculazione precoce. “Un’altra caratteristica della malattia – sottolinea Cai – è la recidiva: spesso un paziente manifesta dai 2 ai 4 episodi acuti l’anno. Questo vuol dire che l’infiammazione si presenta ogni 2-3 mesi, e che il paziente deve sottoporsi a due, tre, quattro mesi di antibiotici in un anno, una situazione davvero debilitante per un giovane. Ma mentre con l’antibiotico noi urologi risolviamo la fase acuta della malattia non siamo in grado, invece, di risolvere le recidive, ovvero il rischio elevato di nuove infezioni”.
Da qui l’idea di uno studio coordinato dallo stesso Tommaso Cai, pubblicato di recente sul World Journal of Urology, che sembrerebbe confermare come un aiuto importante possa venire da un probiotico, nel caso specifico il lattobacillo Casei DG…”
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Fonte: “Prostatite e antibiotico-resistenza, un aiuto efficace dai probiotici”, adnkronos