Parkinson – Apomorfina sottocute per ridurre il tempo ‘off’
“Si può ridurre il tempo “off” nella malattia di Parkinson (PD) avanzata mediante il trattamento per infusione sottocutanea (SCI) di apomorfina (dopamino-agonista in realtà già in uso da molto tempo per questa indicazione in Europa). È quanto evidenziano i risultati del trial di fase 3 TOLEDO, presentati a Boston durante il meeting annuale dell’American Academy of Neurology (AAN) e finalizzati soprattutto a una registrazione molto tardiva del farmaco da parte dell’FDA
Questo studio, sottolineano gli autori, è il primo trial prospettico randomizzato volto a valutare l’efficacia dell’apomorfina SCI vs placebo per contrastare tale outcome in questa popolazione di pazienti. (Nella PD il tempo “off” si riferisce alla riduzione degli effetti di un farmaco con il progredire della condizione, che porta spesso a periodi di immobilità).
Un farmaco antico, utilizzato già negli anni ‘50
Il fatto curioso è che questo farmaco è tutt’altro che una novità. L’apomorfina, infatti, è stata prodotta per la prima volta nel 1865 e il suo primo utilizzo come trattamento per la PD negli Stati Uniti risale al 1950. Negli anni ’90 i medici europei hanno iniziato a utilizzare le versioni SCI del farmaco per trattare le fluttuazioni motorie non controllate dai farmaci in questi pazienti.
«Anche se le pompe ad infusione per apomorfina sono una terapia consolidata per la PD avanzata in molti Paesi, la mancanza di un trial controllato randomizzato ha ritardato l’introduzione di un trattamento altamente efficace nelle Americhe» spiega Andrew J. Lees, del National Hospital di Londra, coautore dello studio TOLEDO (1)…”
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Fonte: “Apomorfina sottocute per ridurre l’off nel Parkinson. Uso consolidato in Europa, non ancora registrata negli USA”, PHARMASTAR