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Coronavirus e terapie intensive – Cinque richieste degli anestesisti italiani

La società scientifica Siaarti e il sindacato Aaroi-Emac lanciano un appello congiunto. Fra le priorità, aumentare posti letto in reparto (dal 35% al 50% in più), potenziare le borse di studio e arruolare gli specializzandi di quarto e quinto anno

“È questo il momento di pensare al futuro”. Si apre così l’appello degli anestesisti italiani per potenziare e rilanciare le Terapie intensive nel nostro Paese, messe a dura prova dall’emergenza Covid-19. La Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia ntensiva) e il sindacato Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica) hanno sottoscritto un appello congiunto articolato in cinque richieste. Ecco il testo:

1) Per una visione completa delle cure intensive

Per creare nuovi posti letto di cure intensive non è sufficiente semplicemente acquistare un ventilatore ed un monitor, ma è indispensabile una dotazione ben più complessa, in termini di risorse tecnologiche/letto e per struttura, oltre che umane e logistiche per garantire standard di sicurezza e qualità delle prestazioni. Sarebbe un errore imperdonabile dimenticarlo.

2) Per un adeguato incremento dei posti letto intensivi

È fondamentale prevedere che cosa accadrà al termine del periodo emergenziale e come saranno stabilizzati i nuovi posti letto di Terapia intensiva. Si ritiene imprescindibile esprimere i criteri da adottare che possano portare ad un incremento dell’offerta “stabilizzata”: si considera che tale aumento possa essere ricompreso fra il 35 ed il 50% degli attuali.

3) Per un nuovo approccio emergenziale

È urgente e necessario riconsiderare correttamente le dotazioni tecnologiche, la logistica e la riprogettazione delle aree di cure intensive per garantire standard appropriati e qualità assistenziale. Servono azioni sinergiche e modulabili, ma sempre preservando l’eccellenza italiana delle Terapie intensive rispetto al panorama europeo e mondiale.

4) Per garantire competenze specialistiche di terapia intensiva

Tutto il Paese ha toccato con mano la dedizione e la competenza con cui gli anestesisti rianimatori si sono spesi. Dimenticare la loro specificità nell’immediato futuro sembra fuori luogo e fuori contesto, oltre ad essere decisamente rischioso per le caratteristiche della popolazione italiana, che ha già scontato una inadeguata disponibilità di cure intensive, ma che nel futuro potrebbe pagare una riorganizzazione non oculata del Servizio sanitario nazionale.

5) Per governare la necessità di specialisti correlati a una risposta di cure intensive adeguata

Un aumento dei posti letto “stabilizzati e strutturati” di Terapia Intensiva necessita senza ombra di dubbio di medici specialisti di Anestesia rianimazione, terapia intensiva e del dolore, oltre che di infermieri di area critica che rappresentano anch’essi una professionalità preziosa e imprescindibile. Per garantire questo aumentato fabbisogno di specialisti, servono soluzioni semplici, immediatamente realizzabili, utilizzando strumenti di cui il Paese può già disporre ed a costi sostenibili per:

  • Stabilizzare i posti letto di Terapia intensiva utilizzando le tecnologie acquisite e già finanziate da Governo e Regioni – il già indicato aumento di 35%-50% rispetto all’attuale;
  • Attivare le dotazioni organiche degli specialisti in Anestesia rianimazione terapia Intensiva e del dolore attraverso…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Terapie intensive: le cinque richieste degli anestesisti italiani”, ABOUTPHARMA

Tratto da: https://www.aboutpharma.com/blog/2020/04/15/terapie-intensive-le-cinque-richieste-degli-anestesisti-italiani/