Tumore colon-retto, nuove speranze di cura chemio-free dalla ricerca italiana
“I Parp-inibitori, già approvati in Italia per la cura dei carcinomi dell’ovaio, entrano per la prima volta in gioco anche per la cura di questo cancro. Servono ulteriori test, ma si potrebbero individuare nuove cure per i pazienti con forme già avanzate di malattia
ARRIVANO dalla ricerca italiana nuove speranze per i pazienti con tumore del colon-retto per i quali si apre la possibilità di una cura chemio-free grazie agli inibitori dell’enzima Parp, la proteina ‘officina’ che ripara il Dna delle cellule tumorali danneggiate dalla chemioterapia “rimettendole’ in moto”, favorendone la crescita e lo sviluppo. La notizia arriva da uno studio appena pubblicato su Clinical Cancer Research, dai ricercatori dell’Istituto di Candiolo Irccs e dall’Università di Torino.
La proteina che ‘ripara’ il Dna dei tumori
Il tumore del colon-retto, solo nel 2018, ha fatto registrare in Italia oltre 50 mila nuove diagnosi, occupando il secondo posto tra le cinque neoplasie più frequenti. Le ricerche in corso sono sugli inibitori dell’enzima Parp, la proteina che ripara il Dna delle cellule tumorali, già approvati per i carcinomi dell’ovaio e per la prima volta studiati e utilizzati anche per il tumore del colon retto. La sperimentazione dell’Istituto di Candiolo Irccs e dell’università di Torino apre la via a studi clinici per testare nuovi farmaci per evitare la chemioterapia nelle forme più avanzate di tumore del colon retto, dopo trattamento chemioterapico con oxaliplatino, favorendo così la cronicizzazione della malattia.
Una possibile terapia di mantenimento
I ricercatori del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino che lavorano presso l’Istituto di Candiolo hanno osservato che gli inibitori di Parp arrestano la crescita anche di un sottogruppo di tumori del colon-retto. Inoltre, hanno scoperto che le cellule tumorali intestinali colpite dagli inibitori di Parp, pur avendo caratteristiche molecolari diverse, sono accomunate dalla sensibilità alla chemioterapia con oxaliplatino. Questo significa che questi farmaci potrebbero essere testati come terapia di mantenimento per quei pazienti affetti da carcinoma al colon-retto che in precedenza hanno risposto bene e a lungo alla chemioterapia a base di oxaliplatino.
Il ruolo dei Parp-inibitori
“La chemioterapia a base di oxaliplatino– afferma Sabrina Arena del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino – danneggia il Dna delle cellule dei tumori e spesso riesce a bloccare la crescita delle forme più avanzate di cancro al colon-retto. Tuttavia, i pazienti devono interrompere i cicli di trattamento per l’alta tossicità, anche quando la terapia è ancora efficace. Per questo occorre trovare nuovi farmaci in grado di tenere sotto controllo la malattia alla fine dei cicli di chemioterapia”. Ed è qui che entrano in gioco i Parp-inibitori che impediscono a questa proteina ‘officina’ di riparare la rottura del Dna derivata dalla chemioterapia e quindi di replicare il proprio Dna per crescere e svilupparsi. “Siamo solo all’inizio di un lungo e complesso percorso –precisa Arena. Al momento stiamo studiando l’intero genoma per identificare se e quali caratteristiche molecolari del tumore consentano di selezionare i pazienti che potranno beneficiare di questo tipo di terapia”.
I test sugli organoidi
Per arrivare a questa scoperta i ricercatori hanno utilizzato una nuova strategia che sfrutta i cosiddetti organoidi: “Si tratta di colture in vitro di tessuti dei pazienti che ci consentono di testare rapidamente nuovi farmaci e di personalizzare le terapie”, spiega Alberto Bardelli, ordinario del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino presso l’Istituto di Candiolo Irccs. “La squadra di biologi molecolari, medici, ingegneri matematici e bioinformatici che ha partecipato a questo studio è già tornata al lavoro per analizzare altri farmaci innovativi in grado di inibire le proteine coinvolte nella riparazione del danno al Dna e nel controllo del ciclo cellulare…”
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Fonte: “Tumore colon-retto, dalla ricerca italiana nuove speranze di cura chemio-free”, la Repubblica