Leucemia linfoblastica acuta a cellule B – Blinatumomab post-reinduzione allunga la vita nei pazienti fino a 30 anni
“Nei pazienti pediatrici, adolescenti e giovani adulti con leucemia linfoblastica acuta a cellule B che ricadono dopo la chemioterapia, meglio usare l’anticorpo bispecifico blinatumomab invece della chemioterapia per cercare di ottenere una seconda remissione
Lo evidenziano i risultati dello studio di fase 3 AALL1331, condotto dal Children’s Oncology Group e presentato fra i late breaking abstracts al congresso annuale dell’American Society of Hematology (ASH) a Orlando, in Florida.
In questo studio, infatti, blinatumomab utilizzato come terapia di consolidamento post-reinduzione, prima del trapianto di cellule staminali ematopoietiche, ha migliorato sia la sopravvivenza libera da malattia (DFS) sia la sopravvivenza globale (OS) di circa il 20% rispetto alla chemioterapia intensiva in pazienti da uno a 30 anni con leucemia linfoblastica acuta a cellule B, a rischio elevato o intermedio di prima ricaduta.
Dopo un follow-up mediano di 1,4 anni, la DFS a 2 anni è risultata del 59,3±5,4% nel gruppo di pazienti trattato con blinatumomab contro 41±6,2% nel gruppo sottoposto alla chemioterapia intensiva (P = 0,050), mentre l’OS a 2 anni è risultata rispettivamente del 79,4±4,5% e 59,2±6% (P = 0,005) (figura 1).
DIDA: Curve di DFS (A) e OS (B).
«Per i bambini, gli adolescenti e i giovani adulti che hanno una prima ricaduta di leucemia linfoblastica acuta a cellule B precoce o con malattia minima residua (MRD) positiva dopo il primo mese di chemioterapia, blinatumomab è superiore alla chemioterapia come consolidamento post-reinduzione prima del trapianto» ha affermato in conferenza stampa Patrick A. Brown, direttore del Pediatric Leukemia Program e professore associato di oncologia presso la Johns Hopkins Medicine di Baltimora.
Nuovo standard di cura
«Blinatumomab dovrebbe diventare il nuovo standard di cura in questi pazienti, perché ha migliorato la sopravvivenza, è risultato meno tossico e ha permesso a una maggior numero di pazienti di procedere al trapianto» ha commentato il moderatore della conferenza stampa, Robert A. Brodsky, professore di medicina e direttore della Divisione di Ematologia presso la Johns Hopkins University…”
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Fonte: “Leucemia linfoblastica acuta, blinatumomab post-reinduzione allunga la vita nei pazienti fino a 30 anni.#ASH19”, PHARMASTAR