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Tumori solidi in stadio avanzato – Possibile impatto del microbiota intestinale sull’efficacia di ipilimumab

Nei pazienti con tumori solidi in stadio avanzato trattati con l’anti-CTLA-4 ipilimumab, la composizione del microbiota intestinale potrebbe influire sull’efficacia dell’immunoterapia. A suggerirlo sono i risultati di uno studio presentato a Barcellona, al congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO)

In particolare, gli acidi grassi a catena corta come butirrato e propionato – i principali metaboliti del microbioma intestinale, prodotti nel colon attraverso la fermentazione batterica delle fibre – avrebbero un effetto diretto sulle cellule immunitarie, influenzandone il numero e la tipologia.

Nello studio presentato al convegno, i ricercatori, guidati da Clelia C. Coutzac, dell’Institut Gustave Roussy di Villejuif (Parigi), hanno investigato i meccanismi immunologici alla base dell’influenza dei metaboliti del microbioma intestinale sulla risposta immunitaria, in pazienti con melanoma e in modelli murini con tumore.

Lo studio, prospettico, è stato condotto su 50 pazienti con melanoma metastatico trattati con ipilimumab, dei quali i ricercatori hanno analizzato la composizione del microbioma fecale al basale, per individuare la presenza del batterio Faecalibacterium prausnitzii.

Il team ha, inoltre, valutato le concentrazioni di acetato, proprionato e butirrato nelle feci e nei campioni sierici in due coorti indipendenti di pazienti; in parallelo sono stati studiati gli immunofenotipi dei linfociti del sangue periferico. Sono stati anche utilizzati modelli murini per valutare l’effetto anti tumorale degli anti-CTLA-4, con e senza la supplementazione di butirrato.

Numero e tipo di cellule immunitarie influenzate dagli acidi grassi a catena corta prodotti dal microbioma intestinale
Eseguendo queste analisi, la Coutzac e i colleghi hanno riscontrato che livelli elevati di acidi grassi a catena corta nel sangue erano associati a una resistenza al blocco di CTLA-4 indotto dalla terapia con ipilimumab, e a un aumento delle concentrazioni delle cellule T regolatrici.

I livelli sistemici di butirrato sono risultati collegati anche all’arricchimento del batterio F. prausnitzii nelle feci dei pazienti. Durante il trattamento con ipilimumab, il butirrato è risultato associato a un accumulo ridotto di cellule T della memoria…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Immunoterapia, possibile impatto del microbiota intestinale sull’efficacia di ipilimumab. #EMSO19”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/oncoemato/immunoterapia-possibile-impatto-del-microbiota-intestinale-sullefficacia-di-ipilimumab-emso19-30692