Cancro al fegato – Atezolizumab supera sorafenib e prolunga la sopravvivenza
“Doppio successo per atezolizumab nei pazienti affetti da carcinoma epatocellulare avanzato. Il farmaco immunoterapico di Roche, in combinazione con bevacizumab, non solo ha dimostrato di essere superiore all’attuale standard di cura, sorafenib, nel bloccare la progressione del tumore in pazienti non trattati in precedenza, ma li ha anche aiutati a vivere più a lungo
I dettagli dello studio, chiamato Imbrave150, sono ancora in fase di elaborazione, e Roche ha in programma di renderli noti in un prossimo convegno medico. Nel frattempo, tuttavia, l’azienda presenterà i dati alle autorità regolatorie di tutto il mondo, comprese quelle di Stati Uniti, Europa e Cina.
Arrivato sulla scena dell’immunoterapia dopo pembrolizumab, nivolumab e ipilimumab, l’inibitore di PD-L1 atezolizumab è il primo farmaco della sua classe a fornire dati di fase III che dimostrano come il farmaco possa sia di tenere a bada il carcinoma epatocellulare sia prolungare la sopravvivenza. Medici e payors considerano la sopravvivenza globale il gold standard per i farmaci antitumorali e, sebbene le autorità regolatorie talvolta diano un via libera condizionato anche senza questo dato, lo richiedono in un secondo tempo per confermare queste decisioni.
Il carcinoma epatocellulare avanzato è un tumore caratterizzato da un elevato bisogno medico non soddisfatto. L’inibitore multichinasico sorafenib rimane per ora lo standard di cura in prima linea nonostante le notevoli tossicità. L’inibizione del checkpoint immunitario PD-L1/PD-1 o del VEGF da parte di un singolo agente ha dimostrato di avere un’attività modesta nel carcinoma epatocellulare.
Tuttavia, in un recente studio di fase Ib (Lee, ESMO-Asia, 2018), si è osservato un tasso di risposta del 61%, con un profilo di sicurezza gestibile, in pazienti trattati con la combinazione di atezolizumab (anti-PD-L1) e bevacizumab (anti-VEGF). Questi risultati sono coerenti con l’ipotesi che bevacizumab, se somministrato con atezolizumab, possa migliorare ulteriormente l’efficacia dell’immunoterapicoi invertendo l’immunosoppressione mediata dal VEGF e stimolando l’infiltrazione delle cellule T nel tumore. Il beneficio clinico offerto da atezolizumab più bevacizumab è stato osservato anche in studi di fase 3 su pazienti con carcinoma a cellule renali in prima linea e carcinoma polmonare non a cellule piccole…”
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Fonte: “Cancro al fegato, atezolizumab supera lo standard of care e prolunga la sopravvivenza”, PHARMASTAR