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Osteoporosi (OP) – In pazienti trattati con statine, la diagnosi di malattia è dose-dipendente

In pazienti trattati con statine, il rischio di osteoporosi (OP) potrebbe essere dose-dipendente, con la malattia sottorappresentata in presenza di dosi ridotte e sovrarappresentata in presenza di dosi elevate di questi farmaci. Sono queste le conclusioni di uno studio pubblicato su Annals of the Rheumatic Diseases, che sembrano suffragare la necessità di condurre nuovi studi che considerino la condizione di dose-dipendenza come punto di partenza per approfondire la natura della relazione esistente tra impiego di statine e OP

Razionale e disegno dello studio
Per quanto l’esistenza di una relazione tra statine e OP sia stata postulata da tempo grazie alla presenza di numerose osservazioni presenti in letteratura, ad oggi non è ancora chiaro se l’inibizione dell’enzima HMG-CoA reduttasi (il principale meccanismo d’azione di questa classe di farmaci) giochi un ruolo causale nella patogenesi della malattia del metabolismo minerale osseo.

“Le statine – ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro – agiscono mediante l’inibizione della sintesi endogena di colesterolo, il substrato principale della sintesi degli ormoni sessuali; pertanto, non si può escludere la possibilità di un effetto negativo delle statine sulla salute ossea, soprattutto ai dosaggi più elevati”.

L’assenza di dati sul ruolo dose-dipendente delle statine nella diagnosi di OP ha sollecitato, quindi, questo nuovo studio, che si è proposto di approfondire la relazione esistente tra tipi e dosaggi diversi di statine e la malattia osteoporotica, nonché di far luce sulla controversia relativa alla relazione tra il trattamento con statine e la diagnosi di OP in uno studio nazionale di popolazione.

Lo studio, un’analisi retrospettiva che ha passato in rassegna i dati di rimborso di prestazioni sanitarie relative a 7.945.775 pazienti austriaci, ha preso in considerazione, in particolare, quelli relativi alle informazioni sulla diagnosi ospedaliera e le prescrizioni di farmaci (con costi annessi). Il periodo di osservazione analizzato è stato il biennio 2006-2007 e costituiva motivo di inclusione dei pazienti nello studio l’essere ancora in vita durante l’intero biennio considerato.

L’attività di screening dei dati ha portato a limitare l’analisi a 353.502 pazienti trattati con statine (175.506 di sesso maschile e 177.996 di sesso femminile). Di questi, 11.701 avevano ricevuto diagnosi di OP (1.765 uomini e 9.936 donne). Il gruppo di controllo, invece, includeva 7.543.947 non esposti a trattamento con statine, 68.699 dei quali con diagnosi posta di OP (10.410 uomini e 52.289 donne).

Risultati principali
I ricercatori hanno incrociato, in base al sesso e all’età, i dati relativi ai pazienti utilizzatori o meno di statine…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Osteoporosi: la diagnosi di malattia è dose-dipendente in pazienti trattati con statine”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/osteoporosi-la-diagnosi-di-malattia-dose-dipendente-in-pazienti-trattati-con-statine-30597