Epatocarcinoma avanzato – Nivolumab, possibile nuova opzione di prima linea
“Pazienti precedentemente non trattati per carcinoma epatocellulare (HCC) hanno tollerato nivolumab meglio della terapia di prima linea attualmente approvata, sorafenib, e hanno anche dimostrato tassi di risposta più elevati con nivolumab. È quanto ha riferito un team di ricercatori a Barcellona, durante il Congresso ESMO 2019, esponendo i risultati dello studio CheckMate 459
Thomas Yau, dell’Oncologia dell’Università di Hong Kong a Pokfulam, ha spiegato che la sopravvivenza è stata più lunga con nivolumab rispetto a sorafenib, anche se non è stata raggiunta la significatività statistica e il beneficio clinico a favore di nivolumab è stato costante nelle analisi di sottogruppi prespecificate.
Lo studio CheckMate 459, randomizzato multicentrico di fase 3, ha arruolato 743 pazienti di età pari o superiore a 18 anni, con HCC avanzato che non avevano ricevuto in precedenza alcuna terapia sistemica. Dopo la randomizzazione in proporzione 1: 1, 371 pazienti sono stati trattati con nivolumab a 240 mg iv ogni 2 settimane e 372 pazienti hanno ricevuto sorafenib orale a 400 mg due volte al giorno.
L’endpoint primario era la sopravvivenza globale (OS) e ulteriori endpoint includevano il tasso di risposta obiettiva (ORR) e la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediante revisione centrale indipendente in cieco per RECIST v1.1, efficacia in base all’espressione tumorale del ligando 1 di morte programmata (PD-L1) e sicurezza.
Sopravvivenza globale superiore a terapia standard, mancato però l’endpoint primario
Al follow-up minimo di 22,8 mesi, l’analisi dell’OS ha mostrato che non soddisfaceva la soglia predefinita di significatività statistica (p = 0,0419). Tuttavia, l’OS è stato migliorato con nivolumab rispetto a sorafenib. L’OS mediana era di 16,4 mesi con nivolumab rispetto a 14,7 mesi con sorafenib (p = 0,0752)…”
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Fonte: “Nivolumab, possibile nuova opzione di prima linea contro l’epatocarcinoma avanzato. #ESMO19”, PHARMASTAR