Malattie rare – Mielofibrosi, buona la sicurezza ma l’efficacia della combinazione ruxolitinib-buparlisib non convince
“La combinazione dell’inibitore orale di JAK ruxolitinib e buparlisib, entrambi a basse dosi, è risultata ben tollerata nello studio HARMONY, un trial di fase 1b pubblicato di recente su Haematologica, su pazienti adulti con mielofibrosi primaria o secondaria a rischio intermedio o alto
La combinazione ha mostrato anche una modesta efficacia. Tuttavia, gli sperimentatori hanno deciso di non continuare con lo sviluppo clinico del farmaco, proprio per la modesta entità del beneficio riscontrato.
“La tossicità dose-limitante e il profilo degli eventi avversi della combinazione sono risultati simili al profilo di sicurezza dei singoli farmaci e hanno portato a un beneficio clinico complessivamente moderato rispetto alla monoterapia con ruxolitinib” scrivono gli autori, guidati da Simon T. Durrant, del Royal Brisbane Hospital di Herston, in Australia. “Sulla base di questo profilo beneficio/ rischio complessivo e di quest’efficacia modesti, la combinazione ruxolitinib-buparlisib al momento non sarà portata avanti” aggiungono.
Il periodo di trattamento consisteva in 6 cicli di 28 giorni seguiti da un periodo di estensione del trattamento costituito da 6 cicli aggiuntivi. I partecipanti potevano continuare il trattamento nel periodo di estensione se non mostravano segni di progressione della malattia alla fine dei primi 6 cicli.
L’obiettivo principale dello studio era stabilire la dose massima tollerata (MTD)/dose raccomandata per la fase 2 (RP2D) della combinazione ruxolitinib-buparlisib in pazienti che erano già stati trattati con un inibitore di JAK e in pazienti che non lo avevano ricevuto, mentre l’obiettivo secondario era valutare la sicurezza della combinazione.
In tutto, i ricercatori hanno arruolato 33 pazienti naïve a un inibitore di JAK e 30 già trattati in precedenza con questo farmaco. Il 46% dei pazienti aveva una mielofibrosi primaria, il 31,7% una mielofibrosi secondaria a policitemia vera e il 22,2% una mielofibrosi secondaria a una trombocitemia post-essenziale. Da notare che i pazienti già trattati con inibitori di JAK presentavano livelli di emoglobina e una conta piastrinica inferiori e una conta dei globuli bianchi più elevata rispetto ai pazienti naïve al basale..”.”
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Fonte: “Mielofibrosi, combinazione ruxolitinib-buparlisib: buona la sicurezza, ma l’efficacia non convince”, PHARMASTAR