Suicidio assistito – Comitato di Bioetica si spacca, accordo solo su 6 raccomandazioni molto generali
“In attesa che il Parlamento decida se e come intervenire sulla materia a seguito dell’ordinanza della Corte costituzionale sul caso di Marco Cappato, il Comitato nazionale di bioetica, segna una netta divergenza di opinioni tra i suoi componenti, ma approva comunque un parere sul tema. Sei le raccomandazioni sulle quali c’è condivisione, tra queste: l’impegno di fornire cure adeguate ai malati inguaribili in condizione di sofferenza, il rispetto valori professionali e deontologici dei professionisti sanitari ed una più ampia partecipazione dei cittadini alla discussione. IL PARERE
30 LUG – Il Comitato nazionale di bioetica prende posizione sul tema del suicidio medicalmente assistito sollevato dall’ordinanza n. 207/2018 della Corte costituzionale in merito al caso di Marco Cappato e alla sospetta illegittimità costituzionale dell’art. 580 del codice penale. Mentre in Parlamento, dopo ormai 7 mesi dall’inizio della discussione su diverse proposte di legge sul tema, non si sono registrati passi in avanti e si avvicina il 24 settembre, data fissata dalla Consulta per la nuova udienza dove sarà presa la decisione sulla legittimità o meno dell’aiuto al suicidio.
A quella data sarà infatti trascorso l’anno di tempo che la Consulta, con l’ordinanza del 24 settembre 2018, ha voluto dare al Parlamento prima di pronunciarsi auspicando una nuova legge sul tema. Nelle more e con le Camere ancora in alto mare, interviene ora questo parere del CNB che registra però una sostanziale spaccatura al suo interno.
In particolare alcuni membri del CNB sono contrari alla legittimazione, sia etica che giuridica, del suicidio medicalmente assistito, e convergono nel ritenere che la difesa della vita umana debba essere affermata come un principio essenziale in bioetica, quale che sia la fondazione filosofica e/o religiosa di tale valore, che il compito inderogabile del medico sia l’assoluto rispetto della vita dei pazienti e che l’“agevolare la morte” segni una trasformazione inaccettabile del paradigma del “curare e prendersi cura”.
Altri membri del CNB sono favorevoli sul piano morale e giuridico alla legalizzazione del suicidio medicalmente assistito sul presupposto che il valore della tutela della vita vada bilanciato con altri beni costituzionalmente rilevanti, quali l’autodeterminazione del paziente e la dignità della persona. Un bilanciamento che deve tenere in particolare conto di condizioni e procedure che siano di reale garanzia per la persona malata e per il medico.
Altri ancora sottolineano come non si dia una immediata traducibilità dall’ambito morale a quello giuridico. Inoltre, evidenziano i concreti rischi di un pendio scivoloso a cui condurrebbe, nell’attuale realtà sanitaria italiana, una scelta di depenalizzazione o di legalizzazione del c.d. suicidio medicalmente assistito modellato sulla falsariga di quelle effettuate da alcuni Paesi europei…”
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Fonte: “Suicidio assistito. Comitato di Bioetica si spacca: accordo solo su 6 raccomandazioni molto generali. La palla resta al Parlamento ma il tempo stringe e molto probabilmente sarà la Consulta ad avere l’ultima parola”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=76183