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Retinopatia – Da un batterio ottenuto un collirio

Pubblicato sulla rivista Neuroscience uno studio Iss che conferma i risultati di precedenti ricerche. La somministrazione topica tramite collirio di una soluzione contenente la proteina batterica Fattore Citotossico Necrotizzante 1 (CNF1) di Escherichia Coli, è stata in grado di migliorare le prestazioni visive in un modello animale di retinopatia ipertensiva, una condizione clinica che altera il corretto funzionamento della retina portando ad una perdita graduale della vista

24 MAG – Grazie a uno studio condotto dai ricercatori dell’Iss su una proteina batterica è stato ottenuto un collirio che potrebbe migliorare la vista nei casi di retinopatia. In particolare la ricerca, pubblicata sulla rivista Neuroscience, ha osservato che la somministrazione topica tramite collirio di una soluzione contenente la proteina batterica Fattore Citotossico Necrotizzante 1 (CNF1) di Escherichia Coli, è stata in grado di migliorare le prestazioni visive in un modello animale di retinopatia ipertensiva, una condizione clinica che si riscontra in soggetti con elevati valori di pressione arteriosa sistemica che altera il corretto funzionamento della retina portando ad una perdita graduale della vista.

E’ emerso, infatti, che il CNF1, tramite la modulazione dell’attività della proteina Rac1 nella retina, potrebbe agire come antiinfiammatorio, migliorando quindi la funzionalità visiva. La proteina Rac1 appartiene alla famiglia delle Rho GTPasi, piccole proteine regolatorie già note per essere coinvolte nei processi infiammatori e nella risposta allo stress ossidativo a livello vascolare. Tali risultati confermano studi precedenti, pubblicati sempre dal gruppo di Carla Fiorentini del Centro Nazionale per la Salute Globale (Iss), dove l’uso del CNF1 è già stato dimostrato avere risultati molto incoraggianti su modelli di altre malattie con una componente neuro-infiammatoria.

“Aver dimostrato che l’agire sull’attività della proteina Rac1 sia in grado di migliorare la funzionalità in una retina già compromessa – spiega Fiorentini – apre la strada a nuove strategie terapeutiche mirate a patologie della vista nella cui patogenesi esiste un’importante componente neuro-infiammatoria. Parlo di malattie altamente invalidanti come la retinopatia ipertensiva, la retinopatia diabetica ed il glaucoma, per le quali ad oggi non esistono cure”…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Da un batterio un collirio contro le retinopatie”, Quotidiano sanità

Tratto da: https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=74315