Epatite C dopo trapianto epatico – Combinazione di sofosbuvir e inibitori dell’NS5A risulta efficace sul virus
“Dodici settimane di combinazione tra sofosbuvir e inibitori dell’NS5A senza ribavirina consente il raggiungimento di alti tassi di risposta virologica sostenuta per l’epatite C ricorrente dopo trapianto di fegato. E’ quanto evidenzia uno studio pubblicato su Hepatology
“I trapiantati di fegato con recidiva di HCV sono sempre stati considerati una popolazione difficile da trattare”, sottolinea nel lavoro Pauline Houssel-Debry dell’ospedale universitario di Pontchaillou in Francia.
“Il precedente trattamento per l’HCV post trapianto di fegato, la progressione della fibrosi, una elevata carica virale dell’HCV e la terapia immunosoppressiva implementata in origine avevano spinto i medici a scegliere il trattamento per 24 settimane con ribavirina al fine di migliorare i tassi di SVR12. Tuttavia, la disponibilità di antivirali ad azione diretta dovrebbe cambiare questi dogmi” aggiungono gli autori del lavoro.
Lo studio ha reclutato 512 pazienti sottoposti ad LT trattati con sofosbuvir e inibitori dell’NS5A con o senza ribavirina. La maggior parte dei pazienti presentava genotipo 1 dell’HCV (70,1%) mentre il 18,2% era infetto dal genotipo 3.
Complessivamente, il 96,1% dei pazienti ha raggiunto un SVR a 12 settimane, compresi tassi di SVR del 94,9% tra quelli che non hanno ricevuto ribavirina e il 95,7% tra quelli che lo hanno fatto…”
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Fonte: “Epatite C dopo trapianto epatico, virus ko grazie alla combinazione di sofosbuvir e inibitori dell’NS5A”; PHARMASTAR