Tumore ovarico – Menopausa chirurgica associata a degenerazione cerebrale
“Un gruppo di ricercatori americani, attraverso esami di imaging, ha evidenziato alterazioni a livello del lobo temporale mediale che potrebbero portare, in tarda età, le donne sottoposte a menopausa chirurgica a sviluppare demenza
(Reuters Health) – L’intervento di salpingo-oofarectomia bilaterale (BSO), la rimozione di ovaie e tube di Falloppio, prima della menopausa potrebbe associarsi a degenerazione cerebrale. Ne è convinto un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, coordinato da Kejal Kantarci. Lo studio è stato pubblicato da JAMA Neurology.
Lo studio. Il team ha studiato la deposizione di proteina beta-amiloide, i biomarkers evidenziabili con risonanza magnetica della neurodegenerazione del lobo temporale mediale e il volume di iperintensità della materia bianca in 23 donne che si sono sottoposte a BSO e 20 controlli che non avevano subito l’intervento. Tutte le donne, tranne una, pari al 96%, che si sono sottoposte a BSO hanno assunto estrogeni per una media di 10 anni dall’intervento. Dieci donne di controllo hanno assunto la stessa terapia per una media di 10 anni dopo la menopausa.
I risultati. Tra i due gruppi non sono state registrate differenze significative a livello di stato mentale, stato cognitivo globale, punteggi di depressione o ansia o nella frequenza di diagnosi di danno cognitivo lieve. E anche la deposizione di beta-amiloide, l’endopoint primario, non si è rivelata stata significativamente diversa tra i due gruppi. Le donne che si erano sottoposte a BSO, però, mostravano un volume dell’amigdala medio significativamente più piccolo, una corteccia paraippocampale più sottile e un’anisotropia frazionale della materia bianca più bassa rispetto alle donne di controllo. Il volume di iperintensità della materia bianca e il volume dell’ippocampo, invece, non differivano tra i due gruppi…”
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Fonte: “Tumore ovarico. Menopausa chirurgica associata a degenerazione cerebrale”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=66884