Diabete di tipo 2 – tre terapie di seconda linea a confronto e nessun vincitore
“Nei pazienti con diabete di tipo 2 in trattamento con metformina nessun farmaco di seconda linea, tra inibitori DPP-4, sulfoniluree e tiazolidinedioni, ha dimostrato di essere più efficace degli altri nel ridurre i livelli di emoglobina glicata. Le sulfoniluree hanno tuttavia causato un lieve aumento del rischio di infarto miocardico e disturbi oculari rispetto agli inibitori DPP-4. E’ quanto emerge da uno studio retrospettivo su un ampio numero di pazienti pubblicato su JAMA Network
Salvo controindicazioni, ai pazienti con diabete di tipo 2 viene prescritta metformina come terapia di prima linea, in base alle raccomandazioni delle linee guida. In mancanza di un adeguato controllo della HbA1c, viene aggiunto un farmaco di seconda linea tra le molteplici opzioni disponibili.
Queste prevedono sulfoniluree, inibitori della dipeptidil peptidasi 4 (DPP-4), inibitori della α-glucosidasi, inibitori del cotrasportatore di sodio glucosio di tipo 2 (SGLT2), analoghi GLP-1 (glucagon-like peptide 1) e tiazolidinedioni.
«La terapia con metformina può non ridurre adeguatamente i livelli di HbA1c, nel qual caso deve essere scelto un trattamento di seconda linea. Nonostante diversi studi clinici randomizzati affrontino la questione, c’è poco consenso», scrivono Nigam Shah, della Stanford University School of Medicine in California e colleghi. «Nella pratica clinica è stata osservata una considerevole variazione nei trattamenti di seconda linea, a dimostrazione della necessità di ulteriori evidenze a supporto della scelta di questi trattamenti».
Un enorme database unificato
Data l’impossibilità di condurre studi clinici randomizzati per ogni situazione, i ricercatori hanno effettuato un’analisi retrospettiva sui dati dell’OHDSI (Observational Health Data Sciences and Informatics) relativi alle cartelle cliniche e i dati delle richieste di risarcimento di oltre 246 milioni di pazienti provenienti da Stati Uniti, Francia e Corea del Sud dal 1975 al 2017.
Il team ha combinato questa enorme mole di informazioni e ha realizzato un modello di dati comune unificato che, nonostante le differenze tra i sistemi di raccolta dei dati, potrebbe essere analizzato per altri studi, hanno affermato gli autori…”
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Fonte: “Diabete di tipo 2, tre terapie di seconda linea a confronto e nessun vincitore”, PHARMASTAR