Depressione – Disturbo mentale più diffuso. In Italia ne soffrono 2,8 mln di persone
“Pubblicato il nuovo report che fotografa lo stato della salute mentale nel nostro Paese. Rilevato come i disturbi ansioso-depressivi si associano a condizioni di svantaggio sociale ed economico. Alzheimer e demenze problema impellente: colpito il 4,7% degli anziani. Rimane basso il tasso di suicidi rispetto all’Europa. 800 mila persone ogni anno usufruiscono dei servizi dei Dsm. IL REPORT
26 LUG – “La depressione è il disturbo mentale più diffuso: si stima che in Italia superino i 2,8 milioni (5,4% delle persone di 15 anni e più) coloro che ne hanno sofferto nel corso del 2015 e siano 1,3 milioni (2,5%) coloro che hanno presentato i sintomi della depressione maggiore nelle due settimane precedenti l’intervista”. È questo l’esito del report Istat 2015-2017 ‘La salute mentale nelle varie fasi della vita’ che ha messo sotto la lente un grandissimo problema della nostra società.
Ma rispetto ad Europa in Italia depressione è meno diffusa.
“Rispetto alla media dei paesi europei – rileva l’Istat – , in Italia la depressione è meno diffusa tra gli adulti e tra i 15-44enni (1,7% contro 5,2% media Ue28) mentre per gli anziani lo svantaggio è di 3 punti percentuali”.
“La depressione – ricorda l’istituto – è spesso associata con l’ansia cronica grave. Si stima che il 7% della popolazione oltre i 14 anni (3,7 milioni di persone) abbia sofferto nell’anno di disturbi ansioso-depressivi. Al crescere dell’età aumenta la prevalenza dei disturbi di depressione e ansia cronica grave (dal 5,8% tra i 35-64 anni al 14,9% dopo i 65 anni). Rispetto agli uomini, lo svantaggio delle donne emerge in età adulta e si acuisce oltre i 65 anni di età”.
I disturbi ansioso-depressivi si associano a condizioni di svantaggio sociale ed economico.“Rispetto ai coetanei più istruiti, raddoppiano negli adulti con basso livello di istruzione e triplicano (16,6% rispetto a 6,3%) tra gli anziani, fra i quali risultano però meno evidenti i differenziali rispetto al reddito”.
Il fenomeno nella scuola.
“In Italia nell’anno scolastico 2016/2017 – scrive l’Istat – i due terzi degli alunni con disabilità nelle scuole di ogni ordine e grado presenta una disabilità di tipo intellettivo (oltre 170mila alunni). Si stima che i minori con disturbi mentali dell’età evolutiva ospiti dei presidi residenziali siano 11 su 100mila minori residenti”.
Condizione lavorativa fa la differenza.
Istat segnala come “per la salute mentale è rilevante la condizione lavorativa: inattivi e disoccupati tra i 35-64 anni riferiscono più spesso disturbi di depressione o ansia cronica grave (10,8% e 8,9%) rispetto ai coetanei occupati (3,5%). Il numero medio di giornate di assenza dal lavoro è tre volte superiore tra gli occupati se affetti da depressione o ansia (18 gg contro 5 gg nell’anno)”.
La questione dipendenze.
“Con riferimento alle dipendenze, nel 2016 i ricoveri per diagnosi droga-correlata sono 108 ogni milione di residenti (pari a 6.575, +10% rispetto al 2015), in aumento nell’ultimo triennio soprattutto tra i giovani di 15-34 anni”.
Alzheimer e demenze problema crescente.
“Con l’invecchiamento della popolazione, la malattia di Alzheimer e le demenze sono diventate patologie rilevanti per la salute pubblica – evidenzia l’indagine – . Si stima che circa il 4,7% della popolazione anziana ne sia affetta, in particolare le donne ultraottantenni (14,2%). Queste due malattie figurano tra le cause di morte in oltre 52 mila casi all’anno di decessi di anziani”…”
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Fonte: “La depressione è il disturbo mentale più diffuso. In Italia ne soffrono 2,8 mln di persone. Più colpiti i ceti bassi. I numeri Istat”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=64359