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Malattie rare – Sclerosi sistemica, il ruolo del fumo

Un gruppo di studio internazionale, del quale hanno fatto parte esperti italiani di Napoli, Padova, Brescia, Firenze, Verona e Roma, ha valutato l’effetto del fumo sulla gravità e sulla progressione della sclerosi sistemica. Si è osservato un impatto negativo di questa abitudine sui bronchi e sui polmoni

Jaeger e colleghi sono partiti dalla considerazione che i dati sul ruolo del fumo di tabacco nell’evoluzione della sclerosi sistemica sono limitati e, per questo, hanno analizzato l’impatto di tale abitudine sulle manifestazioni della malattia a carico di apparato respiratorio e pelle.

I dati sono stati estratti da un archivio internazionale denominato EUSTAR. In particolare, sono stati utilizzati informazioni e dati di persone adulte affette dalla malattia, con o senza una storia di abitudine al fumo e con visite di controllo a 12-24 mesi.

Le informazioni sul fumo, valutate con un indice denominato Comprehensive Smoking Index (CSI, in italiano Indice Complessivo del Fumo) sono state incrociate con quelle sull’andamento della malattia. Sono stati inclusi nell’analisi 3319 soggetti con sclerosi sistemica, con età media di 57 anni e per l’85% di sesso femminile. Di essi, l’11% era fumatore, il 23% ex-fumatore e il 66% non aveva mai fumato.

Nei fumatori si è rilevata una frequenza più bassa di anticorpi anti-topoisomerasi (31%), rispetto agli ex-fumatori (40%) e a quelli che non avevano mai fumato (45%). Gli anticorpi anti-topoisomerasi IIa sono considerati, nelle persone con sclerosi sistemica, sono un indice della presenza di ipertensione polmonare.

Chi non aveva mai fumato aveva, al primo controllo, un migliore rapporto fra volume di aria espirata forzatamente in un secondo e capacità vitale forzata, con una differenza statisticamente significativa (p<0.001), rispetto agli ex-fumatori e ai fumatori. Tale rapporto, che esprime l’efficienza della funzione respiratoria, è peggiorato più rapidamente in chi fumava, rispetto a chi non aveva mai fumato (p=0.05) e a chi aveva smesso (p=0.01).

L’indice denominato Modified Rodnan Skin Score (mRSS, in italiano punteggio cutaneo di Rodnan modificato) si usa, nella sclerosi sistemica, per seguire nel tempo l’andamento delle alterazioni che la malattia determina a carico della pelle…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Il ruolo del fumo nella sclerosi sistemica”, Fondazione Cesare Serono

Tratto dahttps://www.fondazioneserono.org/malattie-rare/ultime-notizie-malattie-rare/ruolo-fumo-sclerosi-sistemica/