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Salute mentale – Servizi garantiti solo ai malati gravi

Per la Associazione ‘Rete Sostenibilità e Salute’, “che raggruppa a sua volta 27 soggetti associativi e professionali, l’accesso ai servizi di salute mentale è garantito esclusivamente a quei cittadini che versano in condizioni gravi e di grande crisi, esponendo i pazienti meno gravi e in condizioni di maggior svantaggio socio-economico, al rischio di peggioramento o cronicizzazione, con grandi ricadute in termini di costi economici e sociali. IL DOCUMENTOLE TABELLE

In occasione dei 40 anni della legge 180 la Rete Sostenibilità e Salute (RSS) ha messo a punto un documento con un’analisi sulle attuali criticità nel campo della salute mentale

Auspicio dell’Associazione di cui fanno parte diversi soggetti (vedi composizione in fondo all’articolo) quella di “dare delle risposte efficaci, rivolgendosi al mondo della politica, agli operatori del settore e alla cittadinanza”.

“I disturbi psichiatrici – si legge in una nota stampa di pubblicizzazione del documento – incidono notevolmente sulla salute globale, rappresentando  il 23% del “Global Burden of Disease”.

Ma per RSS “l’attuale modello di sviluppo, fondato su una crescita illimitata e indiscriminata dell’economia mina i determinanti ambientali, socio-economici e culturali da cui dipende maggiormente la salute mentale”.

“Vivere in un ambiente sempre più inquinato ed insalubre, con stili di vita frenetici e malsani, in cui le disuguaglianze e le divisioni sociali aumentano, dove individui, gruppi sociali e nazioni competono per accaparrarsi risorse in crescente diminuzione – scrivono ancora i rappresentati della Rete –  non può che deteriorare il capitale di salute mentale a disposizione delle popolazioni”.

Per gli estensori del documento poi, “sebbene nel campo della psichiatria sia riconosciuto un modello di causazione bio-psico-sociale e l’importanza del contesto culturale, nella prassi clinica l’approccio tecnico, biomedico-riduzionista (caratterizzato dalla centralità della diagnosi e della prescrizione farmacologica), viene comunemente privilegiato trascurando le componenti psicosociali, culturali e gli stili di vita”.

“E’ possibile pensare la salute mentale all’interno dello scenario sociale e culturale tra il “patologico” e il “patogenico” sopra delineato?”, si chidono gli autori.

A rispondere è Jean-Louis Aillon, portavoce della Rete che sottolinea come “di fronte a questo deserto delle speranze, non si possa che contrapporre la carica utopica quanto trasformativa di soggetti come Ivan Illich, Franco Basaglia, Frantz Fanon, Erich Fromm, Giulio A. Maccacaro, i quali avevano già da tempo intuito i rischi a cui stavamo andando incontro, lanciato un grido d’allarme e costruito ‘utopie della realtà’ a partire da reali pratiche di cambiamento che riescano a rispondere ai bisogni esistenziali reali delle persone”.

“La sfida – dice Matteo Bessone dello Sportello Ti Ascolto – “è sviluppare uno sguardo critico sulla società e sulla cultura in senso ampio, nonché sulla cultura e le pratiche dei servizi per metterle costruttivamente in discussione piuttosto che ostinarci ad adattare i bisogni delle persone a questa realtà e a questi servizi. Non possiamo più illuderci che le evidenze siano sufficienti per dare vita al cambiamento. L’evidenza ci dice che è necessaria più ferma volontà e maggiore fantasia”…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Salute mentale. “Servizi garantiti solo ai malati gravi”. La denuncia della Rete Sostenibilità e Salute”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=61459