Carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico – Benefici combinazione con atezolizumab in prima linea
“In prima linea, l’aggiunta dell’inibitore di PD-L1 atezolizumab a bevacizumab più la chemioterapia a base di platino migliora in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione (PFS) nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico, con istologia non squamosa, e l’aumento della PFS è apparso indipendente dall’espressione tumorale di PD-L1 e in sottogruppi chiave come i pazienti con alterazioni genomiche di EGFR o ALK o quelli con metastasi epatiche
È quanto emerge dai risultati dello studio di fase III IMpower150, presentati da poco a Chicago al congresso annuale della American Association for Cancer Research (AACR).
I risultati di PFS ottenuti sulla popolazione complessiva erano stati presentati pochi giorni prima anche alla European Lung Cancer Conference (ELCC), a Ginevra, e sono stati poi riproposti al congresso americano, aggiungendo i dati ottenuti nelle analisi su sottogruppi.
“Atezolizumab è un anticorpo anti-PD-L1 che blocca il legame di PD-L1 ai suoi recettori PD-1 e B7, ripristinando così l’immunità specifica del tumore” ha spiegato Mark A. Socinski, MD, direttore medico del Florida Hospital Cancer Institute, presentando i dati.
Il farmaco, ha ricordato l’oncologo, è attualmente approvato negli Stati Uniti e nell’Unione Europea per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato, indipendentemente dall’espressione di PD-L1, come terapia di seconda linea e oltre.
Lo studio IMpower150 è un trial randomizzato ha coinvolto 1202 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule non squamoso, in stadio IV, assegnati in rapporto 1: 1: 1 al trattamento di prima linea con atezolizumab più carboplatino e paclitaxel (braccio A), atezolizumab più bevacizumab più carboplatino e paclitaxel (braccio B) o bevacizumab più carboplatino e paclitaxel (braccio C).
Atezolizumab è stato somministrato alla dose di 1200 mg ev ogni 3 settimane e bevacizumab alla dose di 15 mg/kg; inoltre, i pazienti di ciascun braccio sono stati trattati con carboplatino e paclitaxel il giorno 1 di ciascun ciclo per 4 o 6 cicli. Il braccio A è stato poi sottoposto a una terapia di mantenimento con il solo atezolizumab, il braccio B a una terapia di mantenimento con bevacizumab più atezolizumab e il braccio C a una terapia di mantenimento con il solo bevacizumab…”
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Fonte: “Ca al polmone avanzato, benefici della combinazione con atezolizumab in prima linea confermati in diversi sottogruppi. #AACR 2018”, PHARMASTAR