Carcinoma epatocellulare – Combinazione chemioembolizzazione transarteriosa e radioterapia migliora esiti
“La combinazione della chemioembolizzazione epatica transarteriosa con la radioterapia a fasci esterni (TACE-RT) può prolungare la sopravvivenza rispetto al trattamento con l’inibitore delle tirosin chinasi (TKI) sorafenib, attuale standard di terapia sistemica, nei pazienti con carcinoma epatocellulare e invasione macrovascolare. A dimostrarlo sono i risultati di uno studio randomizzato monocentrico su 90 pazienti, appena pubblicato online su JAMA Oncology
La sopravvivenza globale (OS) mediana, infatti, è risultata di 55 settimane nel gruppo sottoposto a TACE-RT contro 43 settimane nel gruppo trattato con sorafenib (HR 0,61; IC al 95% 0,38-0,98; P = 0,04).
“L’invasione vascolare macroscopica è un fattore prognostico di sopravvivenza globale più bassa tra i pazienti con carcinoma epatocellulare” spiegano gli autori dello studio, guidati da Sang Min Yoon, dell’Asan Medical Center di Seoul, in Corea del Sud.
“Sorafenib è l’unica opzione terapeutica per la quale ci sono prove di efficacia per questo gruppo di pazienti, tuttavia, in un’analisi aggregata di due studi registrativi di fase III, sorafenib ha prolungato la sopravvivenza mediana di questi pazienti di soli 47 giorni rispetto al placebo”.
Studi clinici precedenti hanno dimostrato che la radioterapia può portare a un controllo locale prolungato e rappresentare un’opzione di trattamento alternativa per i pazienti con carcinoma epatocellulare. Studi osservazionali, inoltre, hanno mostrato che la combinazione di TACE e radioterapia si è associata a un miglioramento delle percentuali di risposta e sopravvivenza.
Yoon e gli altri ricercatori hanno quindi provato a valutare sicurezza ed efficacia di questa combinazione rispetto a sorafenib in pazienti con carcinoma epatocellulare e invasione vascolare macroscopica…”
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Fonte: “Ca epatocellulare, chemioembolizzazione transarteriosa più radioterapia migliora gli esiti rispetto a sorafenib”, PHARMASTAR