Oggi, Giornata mondiale endometriosi 2018 – ‘TIME TO END THE SILENCE’
“La Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica aderisce alla Giornata mondiale dedicata all’endometriosi, consapevole dei danni che questa patologia purtroppo riesce a determinare ancora oggi nella salute delle donne.
Riconosciuta nelle sue forme più gravi dai Lea del 2017 tra le malattie croniche, l’endometriosi rappresenta una delle patologie femminili più strettamente correlate all’infertilità. Caratterizzata dalla presenza di mucosa tipica dell’endometrio all’esterno della cavità uterina, l’endometriosi ha tra i suoi effetti principali l’infiammazione e il dolore.
A soffrire di questa malattia, come riporta il documento del Ministero della Salute del 2015 “Piano della fertilità”, è circa il 5% delle donne in periodo fertile. Percentuale che arriva al 25-40% nelle donne infertili fino a toccare il 60-70% in coloro che hanno dolore pelvico cronico. Il tasso di incidenza massimo dell’endometriosi si verifica nelle donne tra i 25 e i 35 anni, anche se la malattia compare spesso in fasce di età più basse.
“L’insidia di questa malattia è che i sintomi possono essere associati ad altre patologie e quindi spesso non venga diagnosticata tempestivamente. La tardiva diagnosi, e di conseguenza la cura, non solo comportano anni di dolori fisici e psicologici per le donne, ma rischiano anche di comprometterne seriamente la fertilità e quindi la progettualità di una maternità per la donna e di genitorialità per la coppia. In questo le Ostetriche hanno un ruolo determinante, di sentinelle – afferma la presidente Fnopo Maria Vicario, assieme alle componenti del Comitato centrale – perché dai racconti delle assistite possono intercettare questa problematica e indirizzarle, fin da giovani in presenza di segni e sintomi specifici a controlli specialistici per approfondimento diagnostico”…”
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Fonte: “Giornata mondiale endometriosi. Fnopo: “Ostetriche sentinelle nell’intercettare i segni di una patologia ancora pericolosa”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=60207