Alzheimer – Promessa di ridurre fenomeni psicotici che accompagnano malattia arriva da ‘pimavanserina’ in fase 2
“La pimavanserina riduce la psicosi correlata al morbo di Alzheimer (AD). È quanto suggeriscono i risultati di un nuovo studio di fase 2 pubblicato su “Lancet Neurology”. C’è ora attesa sull’avanzamento della sperimentazione in fase 3, già in corso, e i cui risultati sono imminenti
I risultati dello studio randomizzato in doppio cieco dimostrano che il farmaco si è rivelato significativamente più efficace del placebo in un gruppo di residenti in case di cura con possibile o probabile AD e sintomi psicotici. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che il farmaco è risultato ben tollerato, con effetti collaterali minimi, e che non ha avuto effetti negativi sulla cognizione e sulla funzione motoria.
«Abbiamo dimostrato che il farmaco era efficace più del doppio rispetto agli attuali antipsicotici atipici, e con minori eventi avversi, quindi potenzialmente un grande passo avanti» sostengono gli autori, coordinati da Clive Ballard, decano della Scuola di Medicina e Professore di Malattie legate all’invecchiamento presso l’University of Exeter (UK). Uno studio di fase 3 è già in corso, è stato confermato. «Sapremo in circa 18 mesi se questo è un nuovo trattamento della psicosi nelle persone con AD».
Farmaco approvato per l’utilizzo nella malattia di Parkinson
Mentre la maggior parte degli antipsicotici si lega ai recettori della dopamina, acetilcolina, istamina e serotonina 5-HT2A, la pimavanserina ha come target solo i recettori 5-HT2A. Questo, dicono Ballard e colleghi, significa che porta a un minor numero di sintomi, come il parkinsonismo e la sedazione.
Il farmaco è commercializzato negli Stati Uniti per allucinazioni e deliri associati al morbo di Parkinson. Negli Stati Uniti non sono stati approvati antipsicotici per l’agitazione o la psicosi associata alla demenza, sebbene questi farmaci siano comunemente usati nei pazienti con AD.
Lo scopo del presente studio era quello di includere pazienti con allucinazioni o deliri che si manifestassero dopo l’insorgenza della demenza; tali disturbi dovevano continuare per più di 4 settimane e richiedere un trattamento antipsicotico. Per garantire che solo i pazienti che avevano richiesto un trattamento farmacologico fossero inclusi nello studio, i potenziali partecipanti hanno completato una breve sessione di terapia psicosociale di 3 settimane.
Queste sessioni hanno permesso ai membri della famiglia e al personale di assistenza di interagire con la persona con demenza sperimentando sintomi psicotici per 10-15 minuti al giorno. Alcuni di coloro che erano stati inizialmente sottoposti a screening sono migliorati durante questo periodo e non erano più idonei per lo studio…”
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Fonte: Da pimavanserina in fase 2 la promessa di ridurre i fenomeni psicotici che accompagnano l’Alzheimer”, PHARMASTAR