FANS (antinfiammatori non steroidei) – Sulla loro sicurezza, cosa sappiamo?
“Gli antinfiammatori non steroidei sono sicuri a livello cardiovascolare, gastrointestinale e renale? E’ la domanda a cui hanno cercato di rispondere più gruppi di ricerca negli ultimi mesi mostrando come l’insorgenza degli eventi avversi in questi organi ed apparati dipende dallo stato di salute del paziente e quindi dall’eventuale presenza di comorbidità, dalla dose utilizzata e dai tempi di trattamento e che il medico ad oggi deve prescrivere il farmaco dopo un’attenta analisi del singolo caso
Come mostrato da una recente review di Pepine e Gurbel nei pazienti con alto rischio cardiovascolare bisogna evitare l’uso di FANS o comunque limitarlo a brevi periodi alle dosi più basse.
Questa review fa un’analisi accurata dei dati dello studio PRECISION (Prospective Randomized Evaluation of Celecoxib Integrated Safety vs Ibuprofen or Naproxen) concludendo che è difficile dare una risposta definitiva sulla sicurezza dei FANS anche se i dati del lavoro parlano comunque di un rischio basso con tutti i farmaci alle dosi usuali. La raccomandazione per i medici è di considerare il singolo paziente, i suoi fattori di rischio soprattutto considerando i problemi cardiovascolari, prima di prescrivere un antinfiammatorio non steroideo.
Lo studio PRECISION, di non inferiorità, ha confrontato gli effetti collaterali cardiovascolari dovuti all’utilizzo di celecoxib rispetto ad altri FANS comunemente usati, ibuprofene e naprossene.
Lo studio ha interessato 923 centri in tutto il mondo reclutando pazienti con osteoartrosi o artrite reumatoide con età superiore ai 18 anni in trattamento cronico con FANS; i pazienti avevano avuto problemi cardiovascolari durante l’utilizzo di questi farmaci o avevano fattori di rischio per malattie CV. Le dosi utilizzate di farmaco erano le seguenti: celecoxib 100-mg due volte al giorno (bid) per OA e fino a 200mg bid per RA, ibuprofene 600-800mg tid (tre volte al giorno) oppure naprossene 375-500mg bid.
I principali risultati comprendevano l’insorgenza per la prima volta di eventi avversi maggiori cardiovascolari (MACE), eventi gastrointestinali, eventi renali e mortalità.
I risultati hanno mostrato che i partecipanti al sottogruppo OA avevano un rischio significativamente ridotto di MACE confrontando celecoxib con ibuprofene (HR 0,84, IC 95% 0,72 – 0,99), ma nessuna differenza significativa rispetto a celecoxib a naprossene.
Nel sottogruppo RA, il confronto tra celecoxib vs ibuprofene e celecoxib vs naprossene per eventi MACE ha rivelato un HR di 1,06 (95% CI 0,69 – 1,63) e 1,22 (95% CI 0,78-1,92), rispettivamente.
L’HR per eventi gastrointestinali nell’OA confrontando celecoxib con ibuprofene era 0,68 (IC 95% 0,51 – 0,91) e con naprossene era pari a 0,73 (IC 95% 0,55 – 0,98). Confronti duplicati in pazienti con RA hanno rivelato HR di 0,48 (IC al 95% 0,22 – 1,07) e 0,54 (IC 95% 0,24 – 1,24), rispettivamente.
In pazienti con OA, il confronto tra celecoxib e ibuprofen per il rischio di eventi renali mostrava una HR di 0,58 (IC 95% 0,40-0,82). Nel gruppo RA, celecoxib era associato a mortalità significativamente inferiore rispetto al naprossene (HR 0,47, IC 95% 0,25 – 0,88).
Questi dati mostrano come celecoxib a dosaggi approvati ha prodotto un quadro di rischio per eventi avversi cardiovascolare, gastrointestinale e renale simile o inferiore a ibuprofene e naprossene in pazienti con OA e RA…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Sicurezza degli antinfiammatori non steroidei, cosa sappiamo?”, PHARMASTAR