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Supplementazione di calcio e vitamina D, secondo uno studio su JAMA che fa discutere, utile solo a chi ne ha bisogno

Pubblicata su JAMA una metanalisi i cui risultatati sembrerebbero escludere l’utilità di somnministrare calcio e vitamina D nelle persone anziane. I dati vanno però letti con attenzione e interpretati nel modo giusto per non fare confusione. Una nota della Società europea di Endocrinologia ne ridimensiona la portata: pur portando alla luce alcuni dati interessanti, secondo gli esperti europei lo studio avrebbe diversi, importanti, limiti

La metanalisi è stata realizzata da un gruppo di ricercatori guidati dal dottor Jia-Guo Zhao del Dipartimento di Chirurgia Ortopedica all’ospedale cinese di Tianjin. Ed ha concluso che  gli anziani che assumono calcio e vitamina D hanno la stessa probabilità di subire fratture di quelli che non seguono alcun trattamento.

Questi risultati sono destinati a far discutere, e infatti una nota della Società europea di Endocrinologia ne ridimensiona la portata: pur portando alla luce alcuni dati interessanti, secondo gli esperti europei lo studio avrebbe diversi, importanti, limiti.

La metanalisi di JAMA
Quella pubblicata su JAMA è una metaanalisi che ha preso in considerazione un totale di 33 studi clinici randomizzati che hanno arruolato complessivamente 51.145 partecipanti che rispondevano ai criteri di selezione identificati dagli autori, cioè l’analisi dell’effetto dell’integrazione di calcio e di vitamina D sull’end point fratture. La ricerca ha preso in esame un periodo di 10 anni (dicembre 2006- dicembre 2016). La popolazione analizzata doveva avere un’età superiore ai 50 anni e vivere nelle proprie comunità e cioè non in ospedali, case di cura o residenze assistite.

Lo studio di JAMA ha evidenziato come non vi sia un’associazione significativa tra l’assunzione di calcio o vitamina D con il rischio di frattura dell’anca rispetto al placebo o nessun trattamento (calcio: RR, 1,53[95%CI, 0,97-2,42]; ARD, 0,01 95%CI, da 0.00 a 0.01]; vitamina D: RR, 1.21[95%CI, da 0.99 a 1.47]; ARD, 0.00[95%CI, -0.00 a 0,01].

Non c’ era nemmeno un’associazione significativa di calcio e vitamina D combinati con la frattura di anca rispetto al placebo o nessun trattamento (RR, 1.09[95%CI, 0.85-1.39]; ARD, 0.00 95%CI, da -0,00 a 0,00]). Non sono state riscontrate associazioni significative tra calcio e vitamina D, o integratori combinati di calcio e vitamina D e l’ incidenza di fratture nonvertebrali, fratture vertebrali o totali.

L’analisi dei sottogruppi ha mostrato che questi risultati sono stati generalmente coerenti indipendentemente dalla dose di calcio o di vitamina D, sesso, storia frattura, calcio dietetico e della concentrazione sierica al basale di 25-idrossivitamina D.

Come interpretare questi dati: il parere della Società europea di endocrinologia
“Come sempre non bisogna fermarsi al titolo” spiega il professor Andrea Giustina, presidente eletto della Società Europea di Endocrinologia ESE e Full Endocrinology Professor del San Raffaele di Milano: “ma analizzare bene i dati per non rischiare di diffondere messaggi sbagliati. Innanzitutto alcune ricerche incluse nello studio non sono ‘di qualità’ e quindi alterano i risultati complessivi, oltre a differenze enormi tra dosi, tipo e frequenza di vitamina D utilizzata. Inoltre in molti casi non è indicato che si tratti proprio di colecalciferolo (il composto ideale per le finalità di protezione dello scheletro) Infine è poco consistente l’uso del calcio in associazione alla vitamina D nei vari studi”…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Supplementazione di calcio e vitamina D, utile solo a chi ne ha bisogno. Uno studio su JAMA fa discutere”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/supplementazione-di-calcio-e-vitamina-d-utile-solo-a-chi-ne-ha-bisogno-uno-studio-su-jama-fa-discutere-25661