Tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC) EGFR+ – Dacomitinib meglio dello standard come prima linea
“L’inibitore delle tirosin chinasi (TKI) dell’EGFR di seconda generazione dacomitinib ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto al TKI standard gefitinib come terapia di prima linea per il tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC), con EGFR mutato. Il risultato arriva dallo studio randomizzato di fase III ARCHER 1050, appena pubblicato online su The Lancet Oncology
I TKI dell’EGFR di prima generazione, tra cui gefitinib ed erlotinib, sono inibitori reversibili che colpiscono in modo selettivo l’EGFR; mentre quelli di nuova generazione, tra cui dacomitinib e afitinib, sono irreversibili e sono attivi contro EGFR/HER1, HER2 ed HER4.
“I vantaggi dei TKI dell’EGFR di seconda generazione come terapia di prima linea per i pazienti con NSCLC EGFR-positivi sono stati chiaramente dimostrati rispetto alla chemioterapia, ma i benefici di questi farmaci in un confronto testa a testa con un TKI di prima generazione finora erano poco chiari” spiegano gli autori, guidati da Yi-Long Wu, dell’Accademia di Scienze Mediche di Guangzhou (Cina), illustrando il razionale dello studio.
Lo studio ARCHER 1050 è in trial multicentrico internazionale di fase III che ha coinvolto 452 pazienti con NSCLC di nuova diagnosi EGFR-positivi, assegnati in rapporto 1:1 al trattamento con dacomitinib o gefitinib.
I partecipanti erano ben distribuiti nei due gruppi. La maggior parte (il 65% nel gruppo trattato con dacomitinib e il 64% in quello trattato con gefitinib) non aveva mai fumato e la maggior parte (l’81% in entrambi i gruppi) aveva un tumore in stadio IV al momento dello screening.
Il follow-up mediano è stato di 22,1 mesi. Alla fine del periodo di follow-up, il 60% dei pazienti del gruppo dacomitinib e l’80% di quelli del gruppo gefitinib erano progrediti. La PFS mediana è risultata di 14,7 mesi con dacomitinib contro 9,2 mesi con gefitinib (HR 0,59; IC al 95% 0,47-0,74; P < 0,0001), mentre la PFS a 24 mesi è risultata rispettivamente pari al 30,6% con dacomitinib e 9,6% con gefitinib.
I tassi di risposta obiettiva sono stati simili nei due gruppi (75% contro 72%; P = 0,4234), ma la durata mediana della risposta è risultata superiore in quello trattato con dacomitinib rispetto al gruppo di confronto (14,8 mesi contro 8,3 mesi; P < 0,0001).
Al momento del cutoff dei dati, i risultati di sopravvivenza globale (OS) non erano ancora maturi e i pazienti deceduti erano il 33% nel gruppo trattato con il farmaco sperimentale e il 40% nel gruppo di confronto…”
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Fonte: “Ca al polmone EGFR+, dacomitinib meglio dello standard come prima linea”, PHARMASTAR