Cure palliative – Il delirio nei pazienti in fine vita è compreso tra il 13% e il 42% e fino all’80% nella fase terminale, identificarlo presto consente di ridurre la mortalità e la necessità di sedazione palliativa
“Il delirio nei pazienti in fine vita è compreso tra il 13% e il 42% e fino all’80% nella fase terminale. È una situazione clinica grave, spesso causa di morte per la frequente inefficacia dei trattamenti. Uno studio tutto italiano pubblicato su Cureus ha avuto l’obiettivo di valutare se e quanta precocità della diagnosi, finora poco considerata, potesse influenzare gli esiti e la prognosi del delirio in ambito di cure palliative
Secondo la quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), la definizione di delirio è un disturbo dell’attenzione e della consapevolezza che si sviluppa in modo acuto e tende a fluttuare.
L’American Psychiatric Association specifica anche che il delirio è caratterizzato da disattenzione, disturbi della coscienza e pensiero disorganizzato. La sua insorgenza è dovuta a varie patologie, talvolta presenti contemporaneamente, come demenza, deficit funzionali d’organo, multimorbilità e disturbi psichiatrici trattati con farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale, in particolare narcotici, ipnotici (come le benzodiazepine) e anticolinergici.
Inoltre, l’età avanzata e il ricovero in ospedale facilitano l’insorgenza del delirio. La sua prevalenza nei pazienti con cancro avanzato ricoverati in ospedale è stata stimata tra il 28% e il 48%. La presenza di delirio nei pazienti prossimi alla fine della vita e assistiti nei servizi palliativi risulta essere compresa tra il 13% e il 42% al momento del ricovero in unità di cure palliative (PCU) e tende ad aumentare fino all’80% nei gli ultimi giorni/ore di vita. Il delirio nei pazienti terminali è una situazione clinica molto grave che è spesso causa di morte. La sua gravità può dipendere anche da trattamenti spesso inefficaci.
Gli antipsicotici (soprattutto alloperidolo) sono usati come approccio terapeutico di prima linea nel delirio sia iperattivo che ipoattivo o misto, sebbene la loro efficacia sia controversa.
Una meta-analisi ha rilevato che gli antipsicotici non hanno effetti significativi su durata, gravità e mortalità del delirio nei pazienti con malattia avanzata. Uno studio recente ha chiarito che il delirio tendeva a peggiorare o a rispondere male nei pazienti in cure palliative…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Cure palliative, identificare presto il delirio consente di ridurre la mortalità e la necessità di sedazione palliativa”, PHARMASTAR