Crohn – L’interruzione di infliximab è legata a un rischio significativamente più alto di ricadute
“I pazienti con malattia di Crohn (CD) che hanno interrotto infliximab hanno un rischio significativamente più elevato di ricaduta rispetto a quelli che hanno continuato la terapia di combinazione, secondo i risultati presentati al Congresso della Crohn’s and Colitis Organization
“La sospensione di Infliximab, ma non la sospensione degli antimetaboliti (es. azatioprina, 6-mercaptopurina, metotressato…), è stata associata a un tasso di recidiva significativamente più alto rispetto alla continuazione della terapia di combinazione”, ha evidenziato Edouard Louis, professore e capo di gastroenterologia e preside della facoltà di medicina dell’Università di Liegi a Belgio durante la presentazione.
“Quasi tutti i pazienti che hanno interrotto l’infliximab hanno raggiunto una rapida remissione alla ripresa del trattamento e i tassi di fallimento erano simili tra i gruppi”.
Louis e colleghi hanno esaminato 254 pazienti con CD provenienti da 64 centri in Europa, Australia e Regno Unito che sono stati trattati con la terapia combinata di infliximab e antimetabolita per più di 8 mesi.
Tutti i partecipanti avevano raggiunto la remissione senza steroidi per più di 6 mesi. Di questi, 205 sono stati assegnati in modo casuale a continuare la terapia di associazione (n=67), interrompere l’infliximab (n=71) o interrompere l’antimetabolita (n=67)…”
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Fonte: “Malattia di Crohn, interruzione di infliximab legata ad alto rischio di ricadute. #ECCO2022”, PHARMASTAR