Malattie rare – Leucemia linfatica cronica e Covid-19, trattamento di durata fissa con venetoclax/rituximab è fattibile in sicurezza
“Nei pazienti con leucemia linfatica cronica ricaduta/refrattaria, il trattamento di durata fissa con rituximab/venetoclax secondo il protocollo definito dallo studio MURANO è fattibile in sicurezza anche nel contesto della pandemia di coronavirus, senza determinare un aumento dell’incidenza di Covid-19. È quanto emerge dai risultati di uno studio multicentrico tutto italiano presentato al congresso della European Hematology Association (EHA)
L’indagine, infatti, evidenzia che, a fronte di un’aderenza al trattamento da parte dei clinici elevata, l’incidenza dell’infezione da SARS-CoV-2 nel campione analizzato, in un intervallo di tempo di 11 mesi durante la seconda ondata pandemica, è stata bassa.
«Per la prima volta vengono forniti dati di real world sulla gestione di un gruppo omogeneo di pazienti con leucemia linfatica cronica in epoca Covid, e sono dati di cui le linee di indirizzo dovrebbero certamente tenere conto» ha dichiarato ai microfoni di PharmaStar il primo autore dell’indagine, Stefano Molica, Coordinatore Scientifico del Dipartimento Onco-Ematologico dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.
«Sono dati più recenti rispetto a quelli che erano disponibili finora e ci dicono che in un contesto di ragionevole attenzione il trattamento a termine con venetoclax e rituximab (nei pazienti con leucemia linfatica cronica ricaduta/refrattaria, ndr) può essere condotto in modo sicuro» ha aggiunto l’ematologo…”
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Fonte: “Leucemia linfatica cronica e Covid-19, trattamento di durata fissa con venetoclax/rituximab di pazienti ricaduti/refrattari fattibile in sicurezza. #EHA21”, PHARMASTAR