Ipertrigliceridemia grave e pancreatite acuta – In fase 2 risulta promettente evinacumab
“Evinacumab può ridurre sostanzialmente i livelli di trigliceridi a digiuno nei pazienti con ipertrigliceridemia grave, anche se in misura variabile e non tra quelli con la rara sindrome da chilomicronemia familiare (FCS), secondo un piccolo studio di fase 2 presentato in una sessione dell’American College of Cardiology 2021 (ACC.21). Per coloro in cui ci si potrebbe aspettare che il farmaco funzioni, tuttavia – e i ricercatori qui vedono un potenziale ruolo per i test genetici – evinacumab potrebbe avere un grande impatto, sostengono
«Questi individui soffrono enormemente, non solo di dolore addominale cronico e della necessità di seguire una dieta molto rigorosa a basso contenuto di grassi, ma anche per ogni episodio di pancreatite acuta chd danneggia il pancreas con conseguente insufficienza esocrina e/o insufficienza endocrina e diabete insulino-dipendente» ha dichiarato Robert Rosenson, dell’Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, che ha presentato i dati. «Vogliamo fare tutto il possibile per prevenire attacchi ricorrenti al pancreas».
L’inibitore dell’anticorpo monoclonale completamente umanizzato anti-proteina 3 simile all’angiopoietina (angiopoietin-like protein) (ANGPTL3) è stato approvato a febbraio dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti come terapia aggiuntiva per abbassare il colesterolo LDL per i pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote (HoFH) a seguito della pubblicazione dei dati del 2020 che mostravano drastiche riduzioni con pochi effetti collaterali. Gli effetti sui trigliceridi, tuttavia, rimangono allo studio…”
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Fonte: “Promettente riduzione dell’ipertrigliceridemia grave e della pancreatite acuta con evinacumab in fase 2. #ACC.2021”, PHARMASTAR