Malattie cardiovascolari – Progetto ‘Pianopolis’, le polypill controllano diversi fattori di rischio
“di Michela Perrone
È stato recentemente pubblicato un documento di consenso multidisciplinare sull’utilizzo di compresse con formulazioni fisse di principi attivi. Pianopolis, questo il nome del progetto, è stato organizzato da Helaglobe e realizzato con il supporto incondizionato del Gruppo Servier in Italia, ad ha analizzato i vantaggi di questo approccio terapeutico
Aumentare l’aderenza dei pazienti con malattie cardiovascolari grazie all’assunzione di combinazioni fisse di farmaci. È questa la scommessa delle polypill, singole compresse che contengono più principi attivi in grado di controllare diversi fattori di rischio cardiovascolare, come l’ipertensione e la dislipidemia.
Per capire quale sia il loro valore nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, un panel di 11 esperti multidisciplinari italiani ha valutato le evidenze disponibili in letteratura, analizzando in particolare quattro dimensioni: clinica, economica, tecnologica e organizzativa. L’obiettivo del progetto Pianopolis, organizzato da Helaglobe e realizzato con il supporto incondizionato del Gruppo Servier in Italia, era quello di arrivare a un documento di consenso multidisciplinare sui vantaggi di questo approccio terapeutico.
Le malattie cardiovascolari
Sono la principale causa di morte e disabilità con quasi 18 milioni di decessi ogni anno nel mondo e circa 4 milioni in Europa (dati 2020). In Italia il 60% degli over 65 è colpito da una malattia cronica e, tra queste, le malattie cardiometaboliche sono le più frequenti (27%).Stili di vita sani e cure farmacologiche rappresentano gli interventi più importanti per la prevenzione primaria e secondaria delle malattie cardiovascolari. Negli ultimi 20 anni, infatti, le sole terapie hanno dimezzato la mortalità per cardiopatia ischemica…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Le polypill aumentano l’aderenza nelle malattie cardiovascolari”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=95716