Spondiloartrite assiale – Al raggiungimento della minima attività di malattia non si deve interrompere ixekizumab
“E’ recentissima, invece, la pubblicazione di uno studio su ARD (2) che ha sostanzialmente confermato quanto osservato nel trattamento con ixekizumab nella PsA: nei pazienti con spondiloartrite assiale (axSpA) che hanno raggiunto la remissione di malattia durante il trattamento, quelli che non l’hanno interrotto hanno avuto meno probabilità di andare incontro a recidive rispetto a quelli che avevano interrotto il trattamento. Lo studio ha dimostrato però, al contempo, che poteva essere riguadagnato lo stato di remissione perduto grazie al riavvio del trattamento
Lo studio ha dimostrato però, al contempo, che poteva essere riguadagnato lo stato di remissione perduto grazie al riavvio del trattamento.
Razionale e disegno dello studio
Da tempo l’attenzione della ricerca nel settore si sta focalizzando sulla possibilità di interrompere o ridurre la posologia di somministrazione dei farmaci biologici nel trattamento delle patologie infiammatorie e reumatologiche, in ragione dei possibili eventi avversi legati al loro impiego a lungo termine e dei costi elevati di questi farmaci.
Studi precedentemente condotti avevano dimostrato come l’interruzione del trattamento con farmaci anti-TNF fossero in grado di aumentare il rischio di recidive, eccetto uno studio condotto con certolizumab.
Ixekizumab è un anticorpo monoclonalre diretto contro IL-17 A, approvato per l’axSpA radiografica e non…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Spondiloartrite assiale, ixekizumab non va interrotto al raggiungimento della minima attività di malattia”, PHARMASTAR