Sindrome da tachicardia posturale ortostatica (POTS) post COVID – Possibile trattamento con ivabradina
“Nonostante il COVID-19 rappresenti solo una “battaglia” di un mese per le persone senza comorbilità preesistenti, la malattia si presenta con una serie diversa di condizioni che possono colpire questi pazienti anche dopo il COVID. Queste sono note come “long-haulers”, che sono gli effetti duraturi sul cuore da parte del COVID che i ricercatori stanno ancora cercando di comprendere appieno. Una di queste condizioni è la sindrome della tachicardia ortostatica posturale (POTS). Di recente è uscito uno studio sul “Journal fo the American College of Cardiology” che ha valutato gli effetti di ivabradina sui pazienti con POTS
Attualmente sono ancora in corso ricerche per quanto riguarda il legame tra COVID e POTS. Tuttavia, questo numero crescente di casi e la scarsa familiarità degli effetti duraturi del COVID fa intuire che per i ricercatori vi sia ancora molto da capire.
Caratteristica della sindrome: il rapido aumento della frequenza cardiaca
La POTS influisce sulla frequenza cardiaca e sulla pressione arteriosa, che rientrano nelle funzioni del sistema nervoso autonomo. La caratteristica più notevole di questa condizione è il rapido aumento della frequenza cardiaca dei pazienti quando cercano di svolgere compiti semplici come alzarsi da una posizione seduta o reclinabile, e anche quando salgono le scale.
Alcuni pazienti riferiscono perfino di percepire tachicardia come se stessero correndo una maratona solo nell’alzarsi dal bagno. Altre fonti fanno notare inoltre che avere condizioni preesistenti come ipertensione, diabete, asma e qualsiasi altra malattia autoimmune può aumentare il rischio di “long-haulers” come POTS dopo aver contratto il COVID.
Valutate la qualità della vita e i livelli di noradrenalina
Recentemente, un gruppo di ricercatori della University of California San Diego School of Medicine guidato da Pam R. Taub, ha studiato l’effetto dell’ivabradina (inibitore selettiva della corrente pacemaker specifica If che controlla la depolarizzazione spontanea del nodo del seno e regola la frequenza cardiaca) sui pazienti con POTS. Questo farmaco funziona gestendo l’attività elettrica del cuore per abbassare la frequenza cardiaca del paziente.
Gli autori hanno misurato fattori come la frequenza cardiaca, la qualità della vita e i livelli di noradrenalina nel plasma, che è un ormone dello stress e un neurotrasmettitore. Nel plasma sanguigno, la noradrenalina è solitamente osservata come indice dell’attività del sistema nervoso simpatico…”
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Fonte: “Tachicardia ortostatica posturale adrenergica post-COVID, possibile trattamento con ivabradina”, PHARMASTAR