Sindrome dell’intestino irritabile (IBS) – Pubblicata la prima linea guida di pratica clinica per la gestione di questo disturbo
“I progressi nei test diagnostici e nelle opzioni terapeutiche per la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) hanno portato l’American College of Gastroenterology (ACG) a sviluppare la prima linea guida di pratica clinica per la gestione di tale disturbo. La linea guida è stata pubblicata sull’American Journal of Gastroenterology
Gli autori hanno precisato che queste nuove linee guida sull’IBS possono essere utilizzate efficacemente nella pratica quotidiana per aiutare ad accelerare le cure e migliorare i sintomi nei pazienti con IBS.
L’IBS è un disturbo cronico comune della funzione intestinale che colpisce circa dal 4,4% al 4,8% della popolazione e porta a una ridotta qualità della vita.
Nello sviluppo della linea guida è stata utilizzata la metodologia Grading of Recommendations, Assessment, Development, and Evaluation (GRADE) per valutare criticamente i dati disponibili per 25 domande clinicamente rilevanti; nove si sono concentrati sui test diagnostici e 16 sulle opzioni di trattamento.
Tra le 25 raccomandazioni contenute nella linea guida, riportiamo le seguenti:
1) Eseguire test sierologici per escludere la celiachia in pazienti con sospetta IBS e diarrea.
2) Controllare la calprotectina fecale, la lattoferrina fecale e la proteina C-reattiva in pazienti senza segni allarmanti ma con sintomi sospetti di IBS e diarrea per escludere malattie infiammatorie intestinali (IBD).
3) Non eseguire test di routine delle feci per i patogeni enterici in tutti i pazienti con IBS.
4) Non eseguire la colonscopia di routine in pazienti con sintomi di IBS di età inferiore ai 45 anni che non presentano segnali di pericolo.
5) Utilizzare una strategia diagnostica positiva (al contrario di una strategia diagnostica di esclusione) per i pazienti con sintomi di IBS per migliorare i tempi di trattamento e ridurre i costi.
6) Non testare le allergie alimentari e le sensibilità alimentari in tutti i pazienti con IBS a meno che non ci siano sintomi riproducibili relativi a un’allergia alimentare.
7) Eseguire test di fisiologia anorettale in pazienti con IBS e sintomi indicativi di disturbi del pavimento pelvico e/o costipazione refrattaria.
8) Considerare una prova limitata di una dieta a basso contenuto di FODMAP per migliorare i sintomi globali.
9) Per trattare i sintomi dell’IBS, le opzioni da considerare includono la fibra solubile (non insolubile), la menta piperita, gli antidepressivi triciclici e le psicoterapie dirette all’intestino; non utilizzare antispastici, probiotici, prodotti a base di glicole polietilenico (PEG) o trapianti fecali.
10) Per l’IBS con sintomi di costipazione (IBS-C), utilizzare gli attivatori dei canali del cloruro e gli attivatori della guanilato-ciclasi.
11) Per l’IBS con diarrea (IBS-D), le opzioni includono sequestranti degli acidi biliari, rifaximina e agonisti/antagonisti degli oppioidi; nelle donne con IBS-D refrattaria grave, provare alosetron.
“Crediamo che le informazioni fornite in questa linea guida aiuteranno a guidare sia i professionisti che i ricercatori negli anni a venire. Tuttavia, con l’evoluzione di questo ampio progetto, abbiamo riconosciuto che ci sono ancora lacune significative nelle nostre conoscenze”, scrivono gli autori.
“È necessario proseguire con la ricerca per comprendere meglio il ruolo del microbioma intestinale nei pazienti con IBS e per comprendere la genesi del dolore viscerale. E’ essenziale anche l’identificazione dei biomarcatori per prevedere la risposta al trattamento” aggiungono…”
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Fonte: “Sindrome dell’intestino irritabile, pubblicata la prima linea guida di pratica clinica”, PHARMASTAR