Malattie neurodegenerative rare e non – Impiego a scopi terapeutici di cellule artificiali comunicanti con i neuroni
“Un team di ricerca guidato dall’Università di Trento ha sviluppato cellule artificiali in grado di comunicare con le cellule neuronali e farle differenziare. I ricercatori hanno combinato studi di neuroscienze e di intelligenza artificiale applicati alla biologia cellulare. Lo studio, pubblicato su Science Advances, permette un balzo in avanti nell’impiego di cellule artificiali a scopi terapeutici
Trento, 21 settembre 2020 – Una nuova ricerca coordinata dall’Università di Trento e finanziata dalla Fondazione Armenise Harvard sviluppa per la prima volta cellule artificiali in grado far differenziare i neuroni. Lo studio, pubblicato su Science Advances, dimostra che mimi cellulari costruiti in laboratorio possono ‘parlare’ con cellule neuronali viventi, inducendole a modificarsi. Questo approccio può avere risvolti molto importanti nell’impiego di cellule artificiali a scopi terapeutici.
La ricerca è frutto della collaborazione fra tre diversi gruppi di ricerca del Dipartimento Cibio dell’Università di Trento: i laboratori di Sheref Mansy, Marie-Laure Baudet e Luciano Conti. I primi due sono stati entrambi vincitori del premio Career Development Award (CDA) della Fondazione Armenise Harvard, che ha supportato la ricerca. Tra gli istituti coinvolti, anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università dell’Alberta in Canada. I ricercatori hanno combinato studi di neuroscienze e di intelligenza artificiale applicati alla biologia cellulare.
“Duhan Toparlak, postdoc nel mio laboratorio, ha costruito le cellule artificiali. Nel nuovo studio, abbiamo visto che queste cellule artificiali sono in grado di percepire un segnale fisiologico e, in risposta, le cellule artificiali possono rilasciare uno specifico segnale proteico che porta alla differenziazione delle cellule neuronali” dice Sheref Mansy, biochimico di origine statunitense e leader dello studio. Mansy si è trasferito da Boston a Trento nel 2009, dopo aver vinto il CDA Armenise Harvard. È a capo del Laboratorio di Origine della Vita e Biologia Sintetica al Dipartimento Cibio dell’Università di Trento e professore al Dipartimento di Chimica dell’Università dell’Alberta.
Il team di Sheref Mansy ha lavorato a stretto contatto con i team di Marie-Laure Baudet e Luciano Conti, rispettivamente a capo del Laboratorio Giovanni Armenise Harvard di Neurobiologia degli Assoni e del Laboratorio di Biologia delle Cellule Staminali. Gli scienziati hanno potuto verificare che gli effetti delle cellule artificiali sulle staminali neuronali fossero effettivamente quelli desiderati, in particolare la differenziazione…”
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Fonte: “Cellule artificiali comunicano con neuroni viventi. Impiego a scopi terapeutici contro malattie neurodegenerative”, insalutenews