Insufficienza cardiaca – Risultati in chiaroscuro per sacubitril/valsartan
“Nell’insufficienza cardiaca sacubitril/valsartan (inibitore del recettore neprilisina/angiotensina [ARNI]) riduce il frammento amminoterminale del propeptide natriuretico di tipo B (NT-proBNP), biomarcatore predittivo degli esiti clinici a lungo termine, ma non migliora la capacità funzionale rispetto alla terapia di fondo individualizzata in pazienti scompensati con frazione di eiezione preservata. È stato il raggiungimento quindi di uno solo dei due endpoint co-primari – biomarcatori ed esiti funzionali nei pazienti – il principale risultato dello studio PARALLAX, presentato al Congresso ESC 2020
«Sebbene l’ARNI abbia portato a una maggiore riduzione del NT-proBNP rispetto alla terapia medica personalizzata, non ha aumentato in modo significativo il test del cammino di 6 minuti» ha ribadito il ricercatore principale, Burkert Pieske, della Charité University Medicine e del German Heart Center di Berlino (Germania).
L’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata (HFpEF) colpisce circa la metà dei pazienti con scompenso cardiaco. Si prevede un aumento della prevalenza con l’invecchiamento della popolazione, da un lato, e, dall’altro, l’aumento dei tassi di fattori di rischio come l’ipertensione, il diabete, l’obesità e la fibrillazione atriale. I pazienti sono spesso altamente sintomatici, con mancanza di respiro, ridotta capacità di esercizio fisico, compromissione della qualità della vita e frequenti riospedalizzazioni.
Attualmente non esiste una terapia approvata per ridurre la morbilità e la mortalità nei pazienti con HFpEF. Le raccomandazioni di trattamento si concentrano principalmente sul sollievo dei sintomi con diuretici e sulla gestione delle comorbilità, tipicamente con inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) compresi gli ACE-inibitori o gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (ARB o sartani).
Le evidenze degli studi precedenti
Sacubitril/valsartan è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti nel luglio 2015 per l’uso in pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta (HFrEF) sulla base della forza dei risultati dello studio PARAGON-HF, che ha fatto sperare che la terapia potesse essere anche dimostrata utile in HFpEF.
PARAMOUNT, uno studio di fase II, ha dimostrato che sacubitril/valsartan ha portato a maggiori riduzioni di NT-proBNP e dimensione dell’atrio sinistro e un maggiore miglioramento della classe NYHA rispetto al valsartan da solo nei pazienti con HFpEF…”
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Fonte: “Scompenso cardiaco con frazione d’eiezione conservata, risultati in chiaroscuro per sacubitril/valsartan #ESC2020”, PHARMASTAR