Malattia del trapianto contro l’ospite resistente agli steroidi – Ruxolitinib risulta efficace in numerosi sottogruppi di pazienti
“L’inibitore di JAK ruxolitinib è in grado di indurre una risposta forte e duratura in diversi sottogruppi di pazienti con malattia del trapianto contro l’ospite (Graft Versus Host Disease, GVHD) acuta, refrattaria agli steroidi. Lo dimostrano nuovi dati dello studio di fase 3 REACH2, presentati al 25° congresso annuale della European Hematology Association (EHA)
Lo studio, coordinato da Robert Zeiser, del Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Trapianto di Cellule Staminali dell’Ospedale Universitario di Friburgo, è stato pubblicato nel maggio scorso sul New England Journal of Medicine e ha dimostrato che una percentuale più alta di pazienti ha risposto al trattamento con ruxolitinib rispetto alla terapia standard (62,3% contro 39,4%; P < 0,001).
Ruxolitinib è il primo nuovo agente a dimostrare una superiorità rispetto alla terapia standard in uno studio di fase 3 su pazienti con GVHD acuta refrattaria agli steroidi. Al congresso dell’EHA, gli autori hanno presentato un follow-up dello studio REACH2 nel quale hanno analizzato le risposte in diversi sottogruppi di pazienti.
Il problema della GVHD
La GVHD è una complicanza specifica che si osserva nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche ed è espressione di una complessa reazione immunologica delle cellule immunocompetenti del donatore nei confronti dei tessuti e organi del ricevente. Rimane una delle principali limitazioni di questa procedura, anche perché non tutti i pazienti rispondono al trattamento standard con steroidi.
Lo studio REACH2
Lo studio REACH2 (NCT02913261) è un trial multicentrico internazionale, randomizzato, in aperto, che ha arruolato 309 pazienti di almeno 12 anni che erano stati sottoposti a un trapianto allogenico di cellule staminali e avevano sviluppato una GVHD acuta di grado II-IV refrattaria agli steroidi.
I partecipanti sono stati assegnati in rapporto 1:1 al trattamento con ruxolitinib (a un dosaggio iniziale pari a 10 mg due volte al giorno) o alla migliore terapia disponibile, scelta dallo sperimentatore.
Nei pazienti trattati con la migliore terapia disponibile che non rispondevano al trattamento dopo 28 giorni o perdevano la risposta in seguito era consentito il passaggio al trattamento con ruxolitinib…”
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Fonte: “GVHD resistente agli steroidi, ruxolitinib efficace in numerosi sottogruppi di pazienti. #EHA2020”, PHARMASTAR