Spondiloartropatie (artrite psoriasica e spondiloartrite assiale) – Conferme di efficacia nella real life con secukinumab
“Uno studio presentato al Congresso EULAR, che ha attinto ai dati del registro italiano LORHEN (the Lombardy Rheumatology Network Registry), ha dimostrato che il trattamento delle spondiloartropatie (artrite psoriasica e spondiloartrite assiale) con secukinumab non solo si è confermato efficace ad un anno nella real life ma è risultato associato a tassi elevati di persistenza alla terapia fino a 3 anni, come pure ad un profilo di safety favorevole per entrambe le condizioni trattate. Tali risultati, pertanto, confermano quelli ottenuti dai trial clinici, e suffragano l’impiego del farmaco nelle spondiloartropatie
Razionale e disegno dello studio
Nel corso dell’ultimo decennio l’avvento dei farmaci biologici ha praticamente rivoluzionato il trattamento di alcune condizioni reumatologiche, come l’artrite reumatoide e le spondiloartropatie. Ciò ha consentito di aggiornare le linee guida di trattamento di queste condizioni, ridisegnando le gerarchie di trattamento in alcuni casi grazie alla maggiore disponibilità di dati, compresi quelli di safety.
La maggior parte delle conoscenze acquisite sui nuovi farmaci biologici proviene da dati raccolti in appositi registri sviluppati ad hoc.
Uno di questi è il registro Lorhen (the Lombardy Rheumatology Network Registry), che raccoglie i dati relativi a pazienti reumatologici visitati in Lombardia, che risulta essere una vera miniera di dati per comprendere come funzionano questi nuovi farmaci nella real life.
L’obiettivo dell’analisi presentata al Congresso è stato quello di valutare l’efficacia nella pratica clinica reale e la persistenza al trattamento con secukinumab in pazienti affetti da artrite psoriasica (Psa) o da spondiloartrite assiale (ax-SpA).
L’efficacia del trattamento è stata misurata come variazione media a 3, 6 e a 12 mesi rispetto al basale dei punteggio DAPSA e ASDAS di attività di malattia, rispettivamente, nella PsA e nell’axSpA.
Inoltre, è stata effettuata anche, a 6 e a 12 mesi, una valutazione della remissione in base all’indice DAPSA e dell’inattività di malattia in base all’indice ASDAS.
E’ stata successivamente calcolata in modo retrospettivo la persistenza alla terapia, indicata come periodo di tempo fino alla completa interruzione del trattamento o come tempo al primo salto di somministrazione dall’inizio del trattamento con secukinumab.
Risultati principali
La popolazione in studio era costituita da 195 pazienti con PsA (il 55,4% di sesso femminile, con età media pari a 50,7 [±11,8] anno, una durata media di malattia pari a 10 [±7,8] anni, e punteggio medio DAPSA al basale pari 23,12 [±12,3]) e 94 pazienti con axSpA (il 61,7% di sesso maschile, con età media pari a 49,1 [±12,7] anni, durata media di malattia pari a 10,4 [±9,4] anno, punteggio medio ASDAS al basale pari a 3,41 [±1,1]).
Di questi, era pari al 26,5% la percentuale di pazienti che era stata trattata con secukinumab come primo farmaco biologico in assoluto, mentre era pari al 33% quella dei pazienti trattata con l’inibitore di IL-17A come farmaco biologico successivo ad altri DMARDb pregressi…”
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Fonte: “Spondiloartropatie, conferme di efficacia nella real life con secukinumab, dati del registro LORHEN #EULAR2020”, PHARMASTAR