Malattie rare – Porfiria epatica acuta (AHP), in studio di fase III givosiran riduce gli attacchi acuti
“Sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica “New England Journal of Medicine” (NEJM) i risultati dello studio di fase III ENVISION che ha valutato efficacia e sicurezza di givosiran, farmaco che agisce attraverso il meccanismo dell’ RNA interference (RNAi), per il trattamento della porfiria epatica acuta (AHP)
Il farmaco è già stato approvato dalle agenzie regolatorie americana (novembre 2019) e europea (marzo 2020) per tale indicazione.
“I pazienti con porfiria epatica acuta soffrono di attacchi debilitanti e potenzialmente letali e, alcuni di loro, presentano dolore cronico tra un attacco e l’altro. Questo impatta fortemente sulla qualità della vita e sulle capacità funzionali di queste persone”, ha spiegato Manisha Balwanii, primo nome dello studio. “Riteniamo che la pubblicazione dei risultati dello studio ENVISION sul NEJM metta ulteriormente in evidenza il beneficio clinico di givosiran. La significativa riduzione dell’incidenza di attacchi di malattia, insieme al miglioramento di molteplici altre manifestazioni cliniche, dimostra il potenziale impatto terapeutico di questo farmaco per i pazienti affetti da porfiria epatica acuta”, ha aggiunto l’esperto.
Lo studio ENVISION
Lo studio ENVISION di Fase III è uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, multicentrico, internazionale, per valutare l’efficacia e la sicurezza di givosiran nei pazienti con una diagnosi documentata di porfiria epatica acuta.
L’endpoint primario era la riduzione del tasso composito annuo di attacchi di porfiria rispetto al placebo, ossia attacchi richiedono ricovero in ospedale, assistenza medica urgente o somministrazione domiciliare di eme arginato in pazienti con porfiria acuta intermittente (AIP, il sottotipo di AHP più comune) nell’arco di sei mesi.
Gli endpoint esplorativi e secondari principali hanno valutato le riduzioni dei livelli degli intermedi neurotossici dell’eme, dell’acido amminolevulinico (ALA) e del porfobilinogeno (PBG), l’utilizzo di eme arginato, i sintomi dell’AHP quali dolore, nausea e stanchezza, e l’impatto sulla qualità della vita.
Nello studio sono stati arruolati 94 pazienti affetti da AHP presso 36 centri sperimentali dislocati in 18 Paesi del mondo. Si è trattato dello studio interventistico più grande mai condotto sull’AHP. I pazienti sono stati randomizzati in un rapporto 1:1 a givosiran o al placebo, con givosiran somministrato per via sottocutanea alla dose di 2,5 mg/kg al mese.
Al termine del trattamento nel periodo in doppio cieco, tutti i pazienti idonei (99%) sono stati arruolati nello studio di estensione in aperto (OLE) ENVISION per ricevere givosiran su base continua.
Risultati di efficacia
Rispetto al placebo, givosiran ha portato a una riduzione clinicamente significativa del 74% del tasso composito annuo di attacchi di porfiria (3,2 attacchi vs 12,5 attacchi, rispettivamente con givosiran e placebo), corrispondente a una riduzione del 90% dell’AAR mediano, con il 50% dei pazienti in trattamento con givosiran liberi da attacchi (contro il 16,3% del gruppo placebo)…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Porfiria epatica acuta, givosiran riduce gli attacchi acuti. Studio pubblicato sul NEJM”, PHARMASTAR