Malattie reumatiche rare e non – Farmaci immunosoppressori (e FANS) non peggiorano il decorso del Covid-19
“Sono rassicuranti i risultati di uno studio patrocinato da EULAR, appena pubblicato su ARD e presentato nella conferenza stampa di apertura dell’edizione 2020 del Congresso della società scientifica europea per le malattie reumatologiche (quest’anno in modalità virtuale a causa dalle pandemia da Covid-19). In questi pazienti, stando a questo studio, il ricorso ai farmaci immunosoppressori di impiego comune nelle patologie di pertinenza reumatologica (glucocorticoidi, DMARDcs e farmaci biologici) non peggiora la storia naturale di Covid-19, in caso di infezione contratta dal virus SARS-CoV-2
I presupposti dello studio
I dati sul decorso clinico di Covid-19 in pazienti affetti da malattie reumatologiche sono ancora oggi molto rari e limitati ad un numero piccolo di casi – ha ricordato il prof. Iain B. Mcinnes di Glasgow (Scozia, UK), intervenuto alla conferenza stampa di oggi. – Nel corso della pandemia si sono sollevati dubbi in merito all’entità della malattia da SARS-Cov-2 in questi pazienti, in ragione dell’impiego routinario in terapia di farmaci immunosoppressori e sulle modalità ottimali d’impiego in pazienti reumatologici e, al contempo, affetti da Covid-19.
Per rispondere a questi dubbi è stato implementato il nuovo studio che ha analizzato, per la prima volta, 600 casi di Covid-19 occorsi in pazienti affetti da malattie reumatologiche di 40 Paesi, studiando l’impatto della scelta della terapia per il contrasto alla malattia reumatologica curata sul rischio di ospedalizzazione e sul decorso di Covid-19.
I dati dei pazienti inclusi nello studio (con malattia reumatologica e concomitanza di Covid-19) sono stati estrapolati dai registri combinati Covid-19 di EULAR e Global Rheumatology Alliance, relativamente al periodo 24 marzo-20 aprile.
I ricercatori hanno analizzato l’età dei pazienti, il sesso di appartenenza, lo status di fumatore, la diagnosi di malattia reumatologica, la presenza di comorbilità e l’impiego di farmaci contro le malattie reumatologiche assunti immediatamente prima di aver contratto l’infezione da SARS-CoV-2.
I pazienti reumatologici con Covid-19 recuperano dalla malattia infettiva, indipendentemente dal farmaco utilizzato
L’assunzione di DMARDcs [es: farmaci antimalarici o MTX, da soli o in combinazione con farmaci biologici (es: farmaci anti-TNF)], oppure l’assunzione di FANS, non è risultata associata al rischio di ospedalizzazione.
Non solo: l’assunzione di farmaci anti-TNF è risultata associata ad una ridotta probabilità di ospedalizzazione, mentre non è stata documentata alcuna associazione con l’assunzione di farmaci antimalarici.
Il trattamento giornaliero con più di 10 mg di prednisone – corrispondente ad una dose elevata – è risultato associato, invece, ad una maggior rischio di ospedalizzazione.
Prednisone, come è noto, è un glucocorticoide frequentemente utilizzato in reumatologia come farmaco anti-infiammatorio ad azione rapida.
Meno della metà dei pazienti dello studio ha avuto bisogno di ricovero ospedaliero (n=277: 46%). mentre sono stati documentati 55 decessi (pari al 9% del campione).
Il dato sull’ospedalizzazione e la mortalità dei pazienti reumatologi con Covid-19 è sovrastimato
E’ stato sottolineato, nel corso della conferenza stampa, come questo dato non dovrebbe essere interpretato come il vero tasso di ospedalizzazione e morte nei pazienti con malattia reumatologica infettati da SARS-Cov-2. Per le ragioni note di notifica effettiva dei soli casi più gravi di Covid-19, escludendo quelli lievi e asintomatici, è probabile che il dato in questione sia addirittura sovrastimato…”
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Fonte: “Malattie reumatologiche, farmaci immunosoppressori (e FANS) non peggiorano il decorso di Covid-19 #EULAR2020”, PHARMASTAR