Sclerosi multipla (SM) – Il meccanismo anti-CD20 di ocrelizumab. Il ruolo delle cellule T
“La carenza di cellule B che fungono da cellule presentanti l’antigene per le cellule T o l’assenza di cellule B per la produzione di citochine per attivare le cellule T sono possibili meccanismi dell’effetto di ocrelizumab nel trattamento della sclerosi multipla (SM). Questa tesi, suffragata da prove di laboratorio, è stata pubblicata su “Neural Regeneration Research”
«La SM è una malattia demielinizzante infiammatoria cronica del sistema nervoso centrale (SNC). Sebbene gli esatti meccanismi fisiopatologici siano lungi dall’essere completamente compresi, un vasto corpo di prove dimostra che la malattia è in gran parte guidata da cellule T autoreattive. Conseguentemente è stata studiata la sotto popolazione delle cellule T CD20+» ricordano gli autori, guidati da Stefan Gingele, del Dipartimento di Neurologia dell’Università di Hannover (Germania).
Identikit di una sottopopolazione di globuli bianchi
Proprietà note delle cellule T CD20 +, come una maggiore produzione di varie citochine (quali IFNγ, IL-4 o fattore di necrosi tumorale α) o un tasso più elevato di apoptosi, (in contrasto con le cellule T CD20–) sono osservabili nei pazienti con SM e in controlli sani.
«È interessante notare che la frequenza delle cellule T CD20 + nel sangue periferico è significativamente elevata nei pazienti con SM recidivante-remittente (RRMS) e nei pazienti con SM progressiva primaria (PPMS) al contrario dei controlli sani» sottolineano i ricercatori.
«In linea con la scoperta di un potenziale migratorio potenziato delle cellule T CD20+, la percentuale di helper CD20+ e cellule T citotossiche della sottopopolazione generale di cellule T CD4+ e CD8+ è considerevolmente più alta nel liquor (CSF) rispetto al sangue periferico nei pazienti con RRMS» aggiungono Ginger e colleghi.
Le cellule T CD8+ CD20+ variano dalle cellule T CD4 + CD20 + mostrando una percentuale più elevata di cellule proliferanti, una percentuale minore di cellule inclini all’apoptosi, una percentuale maggiore di cellule produttrici di IFNγ e differenze nella composizione dei singoli sottotipi di cellule T ed espressione dei recettori delle chemochine, specificano gli autori.
«Sorprendentemente, la percentuale di cellule T CD20+ nel CSF dei pazienti con RRMS risulta correlata alla disabilità clinica dei pazienti con SM, misurata dalla Extended Disability Status Scale» rilevano i ricercatori…”
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Fonte: “Sclerosi multipla, nuova luce sul meccanismo anti-CD20 di ocrelizumab. Sotto i riflettori il ruolo delle cellule T”, PHARMASTAR