Covid-19, Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie e i Disordini Immunologici (WAidid): “mascherina efficace solo in presenza di sintomi? Niente di più errato”
“Chi è positivo per Covid-19 deve rimanere isolato fintantoché il tampone non si sia negativizzato e non può assolutamente uscire neanche con la mascherina. In chi sta bene, e per ragioni di stretta necessità deve uscire di casa anche se per pochi minuti, invece, la mascherina chirurgica è fondamentale per prevenire la potenziale trasmissione asintomatica o presintomatica
“Scoraggiare l’utilizzo diffuso della mascherina chirurgica è errato e contribuisce a generare confusione nell’opinione pubblica che, oggi più di ieri, ha bisogno di essere rassicurata attraverso corrette informazioni e indicazioni univoche sugli accorgimenti da adottare per impedire il contagio e contrastare la diffusione del Covid-19.
Il fatto che le mascherine siano difficilmente reperibili e che le scorte limitate siano correttamente destinate ai medici e agli infermieri che operano nel contesto sanitario non ci autorizza a sottovalutare il ruolo di barriera che, a tutti gli effetti, la mascherina chirurgica ricopre, soprattutto dopo le evidenze provenienti dalla Cina e dai Paesi limitrofi.
Ovviamente chi è positivo per Covid-19 deve rimanere isolato fintantoché il tampone non si sia negativizzato e non può assolutamente uscire neanche con la mascherina. In chi sta bene, e per ragioni di stretta necessità deve uscire di casa anche se per pochi minuti, invece, la mascherina chirurgica è fondamentale per prevenire la potenziale trasmissione asintomatica o presintomatica”.
Così Susanna Esposito, Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie e i Disordini Immunologici (WAidid) e Professore Ordinario di Pediatria all’Università di Parma.
Una funzione protettiva, dunque quella della mascherina chirurgica, che può essere dimostrata dalla natura stessa del nuovo coronavirus: alcuni pazienti affetti da Covid-19, infatti, possono presentare sintomi lievi o essere persino asintomatici contagiando, seppur inconsapevolmente, le persone con cui vengono a contatto.
Sono, infatti, le goccioline emesse durante la respirazione – parlando, tossendo o starnutendo – il veicolo principale di trasmissione. Oggi sappiamo che la distanza minima da mantenere per impedire il contagio è di almeno 1 metro.
Ma l’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive i Disordini Immunologici (WAidid) fa notare come alcune goccioline del respiro possano essere più grandi di 5 micron (cosiddette droplets), trasmettendo il virus fino a 1,5-2 metri dalla persona che le emette. Dal momento che non sempre è possibile rispettare questa ampia distanza, e considerato che Covid-19 persiste per alcune ore sulle superfici, a rivelarsi di primaria importanza è proprio la mascherina che garantisce la propria efficacia per un tempo massimo di 4 ore. Una volta utilizzata, dovrà essere rimossa seguendo opportuni accorgimenti (mai toccare la parte anteriore della mascherina e sfilarla accuratamente dagli elastici) e gettarla immediatamente in un cestino coperto. Subito dopo igienizzare le mani.
“Attualmente l’OMS raccomanda l’utilizzo della mascherina in presenza di sintomi respiratori o se ci si sta prendendo cura di una persona con sintomi. Ma non basta – evidenzia la Professoressa Susanna Esposito -. È opportuno ricordare come il nuovo SARS-CoV-2 possa essere trasmesso da 1 a 2 giorni prima della manifestazione dei sintomi. Dunque, se la comunità tutta, medici e operatori sanitari in prima linea ma non solo, indossasse la mascherina coprendo naso e bocca, la propagazione del virus incontrerebbe di certo un importante ostacolo, come indicato dalle autorità sanitarie di Hong-Kong.
L’OMS ha chiesto un aumento del 40% nella produzione di dispositivi di protezione, comprese le mascherine, per proteggere medici e personale sanitario e il limite a raccomandarne l’utilizzo non può essere la difficoltà di approvvigionamento. Le autorità sanitarie – conclude la Presidente WAidid – dovrebbero comunque essere in grado di garantirle almeno a quella parte più fragile della popolazione (over 65, persone con pneumopatie, cardiopatie, diabete e immunodepresse) maggiormente a rischio di complicanze gravi da Covid-19. Sarebbe, inoltre, opportuno formulare raccomandazioni ufficiali e una comunicazione appropriata sull’uso delle mascherine come quelle già fornite per altre misure preventive, come l’igiene delle mani. Pensando al futuro e alla ‘nuova normalità’, è assolutamente necessario considerare che le mascherine chirurgiche dovranno fare parte del nostro guardaroba quotidiano”.
Data la difficoltà attuale nel reperire mascherine, l’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) raccomanda di scegliere la giusta tipologia a seconda delle attività che si svolgono e di alcune specifiche necessità:
- MASCHERINA CHIRURGICA: deve essere utilizzata da tutta la popolazione. Nello specifico, quando si ha necessità di uscire di casa per fare la spesa, andare in farmacia, per situazioni di emergenza e per recarsi a lavoro laddove non fosse possibile operare da remoto (personale di uffici aperti al pubblico, forze dell’ordine, alimentari e farmacie)
- FFP3: necessaria per gli operatori sanitari che operano in aree di degenza con “procedure o setting a rischio di generazione di aerosol”4. L’aerosol è quello generato da pazienti COVID-19 durante intubazione, tracheotomia e ventilazione forzata.
- FFP2 CON VALVOLA DI ESALAZIONE: necessaria per i Soccorritori e il personale del Triage perché a contatto con persone potenzialmente contagiate. La valvola è di supporto a chi è costretto ad utilizzarla a lungo tempo in presenza di pazienti potenzialmente malati
- FFP2 SENZA VALVOLA: adatta a proteggere Medici di Medicina Generale e Guardia Medica…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Covid-19: mascherina efficace solo in presenza di sintomi? Niente di più errato”, PHARMASTAR