Coronavirus e malattie rare – Fibrosi cistica, le indicazioni degli esperti
““I dati al momento disponibili – sottolinea la Società italiana di fibrosi cistica – testimoniano che il Coronavirus può essere più forte nei soggetti più deboli come i malati cronici, sebbene le conoscenze su questa infezione umana, comparsa soltanto a dicembre 2019, non possono ancora poggiare su evidenze scientifiche ed epidemiologiche”
“La diffusione dell’infezione da Covid-19 ha messo in allarme le persone con fibrosi cistica (FC) e i loro caregiver”, lo riferisce la Società italiana di fibrosi cistica che sottolinea che “aumentano dubbi e preoccupazioni e si fa sempre più forte l’esigenza di ricevere informazioni chiare sugli effetti che il virus potrebbe avere su questa categoria di pazienti, il cui apparato respiratorio è già compromesso da una grave malattia genetica come la fibrosi cistica”.
“I dati al momento disponibili – prosegue la nota – testimoniano che il Coronavirus può essere più forte nei soggetti più deboli come i malati cronici, sebbene le conoscenze su questa infezione umana, comparsa soltanto a dicembre 2019, non possono ancora poggiare su evidenze scientifiche ed epidemiologiche”.
“Nel caso specifico della FC – spiega il dottor Marco Cipolli, Presidente della Società scientifica – il mondo scientifico si è attivato per capire se i pazienti presentano una probabilità inferiore di sviluppare l’infezione da Covid-19 o delle risposte peculiari all’infezione rispetto alla popolazione generale anche se, al momento attuale, non esistono dati scientifici a sostegno di questa ipotesi”.
Nel frattempo gli esperti raccomandano alle persone con FC e ai loro caregiver di seguire rigorosamente i suggerimenti del Ministero della Salute e gli abituali consigli di condotta indicati dai Centri FC, con un’attenzione maggiore da parte dei familiari rispetto agli abituali comportamenti.
“Inoltre – ricorda il dottor Cipolli – restano tuttora validi i suggerimenti sullo stile di vita che noi responsabili delle cure dei pazienti FC solitamente forniamo anche se in questo momento storico occorre cambiare le abitudini. Può essere sufficiente organizzarsi a domicilio con delle attività motorie solitamente già inserite nel programma di cure dai fisioterapisti dei Centri e non bisogna mai sottovalutare l’impatto psicologico derivante dall’attuale necessità di protezione e di isolamento”.
Per questo, da un lato i Centri di Cura ove possibile, dall’altro la Lega Italiana Fibrosi Cistica – LIFC, sono presenti per sostenere i pazienti e i familiari che necessitano di un supporto psicologico o di aiuto sociale e per quanto riguarda l’accesso alle cure, il Presidente della Società Scientifica evidenzia che tutte le iniziative volte a ridurre al minimo gli spostamenti dei pazienti, come il telemonitoraggio o la terapia domiciliare, sono di grande utilità…”
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Fonte: “Coronavirus e fibrosi cistica. Le indicazioni degli esperti”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=83335