Tumori rari – Mieloma multiplo, l’aggiunta di daratumumab migliora gli outcome sia nei pazienti idonei al trapianto che in quelli no
“L’aggiunta dell’anticorpo monoclonale anti-CD38 daratumumab a due diverse triplette (di cui una ‘chemo-free’) permette di migliorare gli outcome in pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi, in un caso candidabili al trapianto e nell’altro no
Lo evidenziano i risultati aggiornati di due studi importanti, lo studio GRIFFIN e lo studio ALCYONE, presentati di recente a Orlando in occasione del 61° congresso della Società americana di ematologia (ASH).
Nello studio di fase 2 GRIFFIN, l’aggiunta di daratumumab a un regime a tre farmaci privo di chemioterapia (lenalidomide, bortezomib e desametasone, regime RVd) ha migliorato il tasso di risposta e la profondità delle risposte in un gruppo di 207 pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi, candidabili alla chemioterapia ad alte dosi e al trapianto di cellule staminali.
Nello studio di fase 3 ALCYONE, di cui sono stati presentati i risultati a 36 mesi di sicurezza ed efficacia, si dimostra per la prima volta che in pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi non candidabili al trapianto autologo, l’aggiunta di daratumumab alla tripletta standard VMP (bortezomib, melfalan e prednisone) prolunga la sopravvivenza globale (OS), riducendo del 40% il rischio di decesso rispetto alla sola tripletta, e triplica il tasso di sopravvivenza libera da progressione (PFS) dopo oltre 3 anni.
Lo studio GRIFFIN
GRIFFIN (NCT02874742) è uno studio multicentrico randomizzato condotto negli Stati Uniti, nel quale si è valutato l’effetto dell’aggiunta di daratumumab (D) alla tripletta RVd in pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi, idonei a sottoporsi al trapianto di cellule staminali…”
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Fonte: “Mieloma multiplo, aggiunta di daratumumab migliora gli outcome nei pazienti sia idonei sia no al trapianto.#ASH19”, PHARMASTAR