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Osteoporosi – Indipendentemente dal grado di compromissione renale, romosozumab migliora la densità ossea e il numero di nuove fratture vertebrali

Il trattamento con romosozumab è in grado di migliorare la densità minerale ossea a tutti i livelli di eGFR considerati rispetto al placebo. Questo il responso di uno studio presentato nel corso dell’ultimo congresso dell’American College of Rheumatology. Lo studio ha anche dimostrato che la riduzione del numero di nuove fratture vertebrali ottenuta con il farmaco non è influenzata in maniera sostanziale dal grado di compromissione della funzione renale, come pure il profilo di safety

Osteoporosi e insufficienza renale: una relazione pericolosa
Nelle donne in post-menopausa è molto frequente la coesistenza di osteoporosi (OP) e di insufficienza renale. Le ripercussioni terapeutiche di questa associazione sulla prognosi di malattia ossea sono importanti da valutare in quanto i bisfosfonati sono generalmente controindicati nei pazienti con valore stimato di GFR (eGFR)<35 ml/min, indicativi di compromissione seria della funzione renale.

Di qui l’importanza di valutare l’efficacia di alternative terapeutiche a questa classe di farmaci in questo particolare set di pazienti.

Romosozumab è un farmaco innovativo anti-OP, in grado di aumentare la formazione ossea e, in misura minore, ridurre i processi di riassorbimento osseo (o perdita di massa ossea). È stato progettato per funzionare inibendo l’attività della sclerostina, che si traduce in un aumento della formazione ossea e, in misura minore, in una diminuzione del riassorbimento osseo.

La Commissione Europea (CE) ne ha appena approvato l’immissione in commercio per il trattamento dell’OP severa nelle donne in post-menopausa ad alto rischio di frattura ed è presumibile che nel 2020 sia disponibile nei paesi della Ue.

Lo studio presentato al Congresso è un’analisi post-hoc dello studio registrativo FRAME sull’impiego di romosozumab nell’OP post-menopausale, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza del trattamento vs. placebo in pazienti con livelli differenti di compromissione della funzione renale.

Lo studio
Il trial FRAME aveva reclutato 7.180 donne in post-menopausa, con T-score densitometrici compresi tra -2,5 e -3,5 a livello dell’anca in toto o del collo femorale. Nella fase in doppio cieco e controllata vs. placebo, le pazienti dello studio erano state sottoposte a trattamento con dosi mensili di romosozumab (210 mg) o placebo per un anno…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Osteoporosi, romosozumab migliora la densità ossea e il numero di nuove fratture vertebrali indipendentemente dal grado di compromissione renale #ACR2019”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/osteoporosi-romosozumab-migliora-la-densit-ossea-e-il-numero-di-nuove-fratture-vertebrali-indipendentemente-dal-grado-di-compromissione-renale-acr2019-30980