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Malattie rare – Leucemia mieloide acuta FLT3+ recidivata/refrattaria, gilteritinib aumenta in modo significativo numero remissioni e sopravvivenza

Nei pazienti con leucemia mieloide acuta recidivante o refrattaria che presentano mutazioni del gene FLT3 (FLT3-positiva o FLT3+), il trattamento con l’inibitore di FLT3 gilteritinib è in grado di aumentare in modo significativo i tassi di remissione completa e la sopravvivenza globale (OS) rispetto alla chemioterapia di salvataggio. Lo dimostrano i risultati dello studio di fase 3 ADMIRAL, pubblicato da poco sul New England Journal of Medicine

Proprio grazie ai dati di questo studio, pochi giorni prima della pubblicazione sul Nejm, gilteritinib ha avuto il via libera dell’agenzia del farmaco europea per il trattamento di questi pazienti. «Il farmaco è stato registrato alla luce delle recenti acquisizioni dello studio ADMIRAL, che ha dimostrato come il 34% dei pazienti ottenga una risposta completa ematologica» ha dichiarato ai microfoni di PharmaStar il coordinatore del trial per l’Italia, Giovanni Martinelli, Direttore Scientifico dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) IRCCS di Meldola (FC).

«Gilteritinib si è dimostrato nettamente superiore a qualsiasi trattamento di salvataggio nella leucemia mieloblastica acuta FLT3-positiva, sia rispetto alla chemioterapia convenzionale sia rispetto agli agenti ipometilanti. Pertanto, si propone come un’importante prima linea nella malattia ricaduta refrattaria e, conseguentemente, anche come farmaco da utilizzare presto in nuove combinazioni, in particolare con venetoclax, in quanto i primi dati provenienti dagli Usa stanno dimostrando come l’efficacia sia ancora superiore a quella che è stata dimostrata in monoterapia» ha aggiunto il professore.

I presupposti dello studio ADMIRAL
I pazienti con leucemia mieloide acuta la cui malattia risulta refrattaria o recidiva dopo la chemioterapia di induzione hanno una prognosi infausta se trattati con la chemioterapia standard di salvataggio.

In circa il 25-30% dei casi sono presenti mutazioni attivanti nel gene della tirosin-chinasi FLT3, che sono associate a una forma particolarmente aggressiva della malattia. In particolare, le duplicazioni tandem interne di FLT3 (le alterazioni più comuni assieme alle mutazioni puntiformi missenso del dominio tirosin-chinasico) sono associate a tassi elevati di ricaduta, remissioni di breve durata e scarsi risultati di sopravvivenza.

I pazienti con leucemia mieloide acuta FLT3+ refrattaria o recidivata raramente rispondono alla chemioterapia di salvataggio, per cui rappresentano una popolazione per la quale vi era un forte bisogno clinico non soddisfatto.

Sviluppato da Astellas, gilteritinib è un inibitore orale di FLT3 di seconda generazione potente e selettivo, attivo sia nei confronti delle duplicazioni tandem interne sia delle mutazioni puntiformi. Sulla base dei risultati positivi degli studi di fase 1/2, gli autori ne hanno testato le potenzialità nello studio registrativo ADMIRAL, che ne ha permesso la registrazione, oltre che in Europa, anche negli Stati Uniti e in Giappone.

Lo studio ADMIRAL
ADMIRAL (NCT02421939) un trial multicentrico internazionale, randomizzato, in aperto, che ha coinvolto 371 pazienti adulti con leucemia mieloide acuta FLT3+ recidivata (il 60,4%) o refrattaria (il 39,4%), di cui 247 sono stati assegnati al trattamento con gilteritinib 120 mg/die e 124 alla chemioterapia di salvataggio…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Leucemia mieloide acuta FLT3+ recidivata/refrattaria, con gilteritinib più remissioni e sopravvivenza più lunga”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/oncoemato/leucemia-mieloide-acuta-flt3-recidivata-refrattaria-con-gilteritinib-pi-remissioni-e-sopravvivenza-pi-lunga-30883