Malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) – Quando si devono sospettare nei pazienti reumatici
“I reumatologi dovrebbero sospettare più spesso la malattia infiammatoria intestinale nei pazienti che presentano dolore alle articolazioni, in particolare in presenza di altri indizi, come cambiamenti nelle abitudini intestinali, feci sanguinolente e perdita di peso inspiegabile. E’ quanto mostrano i dati di uno studio presentato al congresso ACR/ARP 2019
David T. Rubin, professore di medicina, codirettore del Digestive Diseases Center e capo del Dipartimento di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione presso l’Università di Chicago ha sottolineato come i medici dovrebbero porre maggiore attenzione all’aspetto intestinale e indagare su alcuni comportamenti che potrebbero far pensare alla presenza di IBD (es. cambiamenti nelle abitudini alimentari, dolore alle articolazioni, feci sanguinolente e perdita di peso inspiegabile).
I reumatologi devono anche indirizzare i pazienti a un gastroenterologo in presenza di abitudini alimentari o sintomi notturni inconsueti di eliminazione inconscia, oppure in caso di anemia o bassi livelli di vitamina B12, vitamina D o albumina.
“Se il paziente presenta problemi nella defecazione, se che ogni volta che mangia determinati cibi ha problemi, si dovrebbe subito sospettare l’interessamento dell’intestino e non il cibo come causa reale del problema. Pertanto questi pazienti vanno indirizzati dall’apposito specialista”, ha precisato Rubin, aggiungendo: “La perdita di peso inspiegabile e il sangue nelle feci non sono mai, ovviamente, normali. Se il paziente si sveglia con sintomi gastrointestinali, non è un intestino irritabile, come potrebbe essere sospettato in prima battuta in un soggetto di 24 anni ma va rimandato a un gastroenterologo. ”
Da un esame rettale se si evidenziano delle anomalie potrebbe trattarsi della malattia di Chron e in tal caso vanno controllati alcuni parametri di laboratori di routine. Se tali soggetti risultano anemici e hanno un basso livello di vitamina B12 o vitamina D, allora diventa fondamentale chiedere collaborazione ai colleghi gastroenterologi. ”
!I reumatologi dovrebbero essere particolarmente attenti alla possibilità di IBD nei pazienti con spondiloartrite”, ha aggiunto Rubin. “La SpA è la manifestazione extra-intestinale più frequente in chi ha IBD, e si verifica in circa il 10% -39% dei pazienti con tale malattia. L’IBD sintomatica ha una prevalenza dal 6% al 14% nei pazienti con SpA, con IBD “silente” che si verifica fino al 60% dei pazienti con spondilite anchilosante”.
Nel trattamento di pazienti con IBD, Rubin ha sottolineato l’importanza di una diagnosi rapida e accurata, accoppiata ad un focus sul raggiungimento della normale funzione intestinale. Ciò include la remissione indotta rapidamente, che dovrebbe essere mantenuta senza l’uso di steroidi.
Inoltre, i reumatologi dovrebbero tenere a mente diverse considerazioni di trattamento uniche legate all’IBD, come il fatto che i sintomi non sono correlati all’infiammazione intestinale e che la dieta è uno dei principali fattori, spesso considerata un trattamento, anche senza prove della sua efficacia negli adulti.
Rubin ha aggiunto che la perdita di proteine dall’intestino potrebbe influire sulla clearance degli anticorpi monoclonali e che sebbene l’intervento sia efficace, la malattia si ripresenta in molti pazienti…”
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Fonte: “Malattie infiammatorie croniche intestinali, quando sospettarle nei pazienti reumatici?”, PHARMASTAR