Lupus eritematoso sistemico (LES) – Esacerbazioni malattia legate a fattori ambientali e atmosferici
“Fattori ambientali, come la concentrazione di polveri sottili, e atmosferici, quali temperatura, umidità e vento, giocherebbero un ruolo importante nell’esacerbazione di malattie organo-specifiche legate al lupus eritematoso sistemico. È quanto emerge da uno studio condotto negli USA
(Reuters Health) – Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori del Johns Hopkins Lupus Center di Baltimora, i cambiamenti atmosferici e ambientali potrebbero contribuire all’esacerbazione di malattie organo-specifiche in pazienti con lupus eritematoso sistemico (SLE).
Lo studio ha rilevato “forti associazioni tra le variabili atmosferiche e la concentrazione di polveri sottili nei dieci giorni precedenti alla visita di un paziente e acuzie organo-specifiche del lupus al momento della visita” dice l’autore principale George Stojan, “La stagionalità delle acuzie di lupus probabilmente è il risultato di fattori atmosferici e climatici. Quanto abbiamo osservato nello studio potrebbe avere un’ampia gamma di implicazioni cliniche ed epidemiologiche”.
Lo studio
Usando i dati della U.S. Environmental Protection Agency (EPA), i ricercatori hanno esaminato gli effetti della concentrazione di polveri sottili (PM2.5) e di temperatura, umidità relativa, venti, concentrazione di ozono e pressione barometrica sulle acuzie associate a diversi organi in oltre 1.600 pazienti con lupus eritematoso sistemico. Sono stati calcolati i valori medi per ogni fattore 10 giorni prima della visita di un paziente.
Dall’analisi multivariata sono emerse associazioni statisticamente significative tra fattori ambientali e attività del lupus. Eruzioni, sierosite e riacutizzazioni dal punto di vista ematologico e articolare erano tutte correlate a un aumento della temperatura. Le riacutizzazioni che colpivano i reni diminuivano all’aumentare della temperatura e della concentrazione di ozono…”
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Fonte: “Lupus. Esacerbazioni legate a fattori ambientali e atmosferici”, Quotidiano sanità
Tratto da: https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=78931