Diabete – La tecnologia è sempre più vicina ai malati ma è ancora poco accessibile
“Sid, sensori per glicemia anziché ‘punturine’. Differenze tra le Regioni
La tecnologia sempre più amica delle persone con diabete, specie dei giovani, tanto che per misurare la glicemia si avvicina ‘l’addio’ alle ripetute punturine sul dito. Restano però forti le differenze sul territorio e l’accesso è ad oggi ancora per pochi pazienti.
Oggi la glicemia può infatti essere letta passando il cellulare sopra un discreto sensore ‘a moneta’, posizionato sulla parte alta del braccio o premendo il pulsantino di un glucosensore ‘indossato’ sull’addome o ancora leggendola su un ricevitore al quale arrivano ‘notizie’ da un minuscolo glucosensore impiantato sottocute.
Sono gli strumenti per l’automonitoraggio del terzo millennio, lontani anni luce dalle classiche ‘punturine’ al dito per la misurazione della glicemia da una gocciolina di sangue: la necessità di pungersi ripetutamente (6-8 volte al giorno) rende infatti scomodo, doloroso e frustrante questo metodo.
L’uso dei nuovi device di automonitoraggio cresce al ritmo del 10-15% l’anno e aiuterà a rivedere le ‘istruzioni per l’uso’ della gestione del diabete, anche perché il metodo tradizionale si limita a ‘fotografare’ il valore di glicemia in quell’istante e non dà alcuna informazione sull’andamento della glicemia, cioè sulla sua tendenza verso l’alto o verso il basso nel tempo.
L’accesso in Italia ai nuovi device è però ancora limitato ed ogni regione prevede processi differenziati. A fare il punto è la Società italiana di diabetologia (Sid) che proprio a questo “mondo nuovo, con regole tutte da scrivere” ha dedicato un documento di consenso per analizzarne vantaggi e limiti attuali.
Il documento, spiega il presidente Sid Francesco Purrello, “rappresenta la posizione della società scientifica: pieno appoggio ad un uso maggiore di queste nuove tecnologie, in particolare nei pazienti che ne hanno maggiori vantaggi.
Sono i pazienti con diabete di tipo 1 o quelli che praticano iniezioni multiple di insulina ad essere i principali beneficiari di questo moderno tipo di monitoraggio, che ha dimostrato di ridurre il rischio di ipoglicemie e di aumentare il tempo che questi pazienti passano con un buon controllo metabolico durante la loro giornata”.
Il documento sottolinea tuttavia l’importanza di educare i pazienti, per iniziarli all’uso dei sensori e per interpretare correttamente le informazioni.
I nuovi sensori per il monitoraggio continuo del glucosio sono però rimborsati a livello regionale e tra criteri che differiscono da regione a regione, risorse non sempre sufficienti e limitato numero dei centri prescrittori che rende difficile il percorso del paziente, i soggetti che realmente hanno accesso a queste nuove tecnologie in Italia sono ancora in numero limitato…”
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Fonte: “Tecnologia amica dei diabetici ma accesso ancora a pochi pazienti”, ANSA.it S&B > Diabete